Questa specie d’amore di Alberto Bevilacqua – Italia – 1972

13 Dicembre 2023 | Di Ignazio Senatore
Questa specie d’amore di Alberto Bevilacqua – Italia – 1972
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Federico Ferrari (Ugo Tognazzi) è sposato con la ricca Giovanna (Jean Seberg) e i due vivono a Roma nella lussuosa villa del padre (Fernando Rey) di lei, un potente, legato a filo doppio con il Vaticano, caduto recentemente in disgrazia.

Un tempo arguto e battagliero, Federico ha perso negli anni gli artigli e ha finito per curare gli interessi del suocero.

Il padre Giuseppe (Ugo Tognazzi), contadino antifascista parmense, che ha trascorso diversi anni in galera al confino, di tanto in tanto, va a Roma a trovarlo, ed è a stento tollerato dagli spocchiosi e aristocratici parenti di Giovanna. Il matrimonio tra Federico e Giovanna sta andando a rotoli e lei, non lesina di tradirlo di tanto in tanto con Bernardo (Angelo Infanti), un bell’imbusto che frequenta la villa.

Giovanna è incinta, ma perde il bambino. Federico decide di andare per un po’ a vivere nella casa paterna ed è poi raggiunto da Giovanna e i due sembrano ritrovare l’equilibrio e la serenità perduta.

Al termine di una manifestazione pubblica, nel corso della quale Giuseppe ha ricordato le battaglie libertarie antifasciste, un gruppo di nostalgici fascisti devasta completamente la sua serra. Per vendicare l’atto teppistico, Federico li affronta, ma è picchiato in maniera vile e violenta.

Sul finale, Federico cerca di incollare ancora un altro pezzo della propria vita e va a trovare la madre (Evi Maltagliati), ricoverata da anni in manicomio.

Dopo il successo de La califfa, Bevilacqua, alla sua seconda regia, traspone al cinema nuovamente un suo romanzo e, in maniera sciatta contrappone due mondi contrapposti; quello fatuo, opulento ma infelice di Giovanna, della sorella Isina (Ewa Aulin) e del vecchio patriarca e quello povero, ma genuino del papà di Federico.

Più volte, nel corso della narrazione il regista- scrittore parmense fa ricorso a dei flashback e, con una colorazione seppia, mostra il piccolo Federico che vede il padre picchiato e arrestato dai fascisti.

Per la seconda volta nella sua lunga carriera, Tognazzi, impegnato in un doppio ruolo, riesce a dar vita a due personaggi equilibrati e convincenti. Nel cast Andrea Salvini, nei panni di Federico bambino. David di Donatello a Mario Cecchi Gori come miglior produttore.

 

Per un approfondimento sulla filmografia di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, e registi che hanno lavorato con lui.

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