D’Annunzio di Sergio Nasca- Italia – 1986 – Durata 113’

3 Febbraio 2024 | Di Ignazio Senatore
D’Annunzio di Sergio Nasca- Italia – 1986 – Durata 113’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Anno 1887. Roma. Il venticinquenne D’Annunzio (Robert Powell), impenitente seduttore, è sposato con la nobile e ricca Maria Di Gallese (Teresa Ann Savoy), che le sta per scodellare il terzo marmocchio.

Con il lavoro di cronista, le poesie e i suoi scritti giudicati trasgressivi e scandalosi, raggiunge la fama ma mantiene un tenore di vita, così lussuoso e dispendioso, che lo riduce in bolletta.

Frequentatore di bordelli e dei salotti mondani, inizia una tempestosa relazione con Elvira Fraternali Leoni (Stefania Sandrelli), da lui soprannominata Barbara, una donna sposata che, pur di stargli accanto, abbandona il marito.

D’Annunzio pubblica Il piacere, romanzo che va a ruba, scandalizzando aristocratici e il bel mondo. Sempre più insofferente, si separa dalla moglie, si trasferisce a Napoli e, dopo aver terminato L’innocente lo pubblica a puntate su “Il Mattino”, il quotidiano cittadino, diretto dalla scrittrice Matilde Serao e dal marito Edoardo Scarfoglio.

Innamoratosi dell’affascinante principessa Maria Cruyllas Di Gravina (Sonia Petrovna), moglie di un conte, va a vivere con lei e la mette incinta. I due amanti, condannati a cinque mesi di reclusione per adulterio, sono poi graziati dall’amnistia.

Il rapporto con Maria si sfibra e lui prova a contattare di nuovo Elvira allo scopo di riprendersi le lettere che le ha spedito e che gli servirebbero come traccia per un nuovo romanzo…

Con quest’ elegante pellicola Sergio Nasca (Il saprofita, Vergine e di nome Malia, Stato interessante…) descrive D’Annunzio come un dandy che, per tener viva la vena artistica, è “costretto” a vivere nel lusso, a sorseggiare champagne e a correre dietro ogni gonnella.

Dopo aver spezzato il cuore della moglie e di Elvira, noncurante dei pettegolezzi, si tuffa con impeto nella relazione con Maria, ma, nel complesso, per tutto il film, si intuisce che, dietro le sue zuccherose e ipnotiche dichiarazioni d’amore, si nasconde un narcisista, incapace d’amare, che si nutre solo del gusto di collezionare  nuove conquiste.

Sin dalle prime inquadrature lo scrittore/poeta abruzzese ruba la scena con i suoi comportamenti esuberanti, temerari e megalomanici, declama i versi di alcune poesie o dei brani che ha scritto e sparge, ad ogni piè sospinto, a nobili e commensali delle pompose pillole di saggezza.

I dialoghi soffrono del linguaggio del tempo, ma descrivono alla perfezione quel clima decadente di fine Ottocento.

 

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