Clayton Beresford, Jr. (Hayden Christensen) giovane e affascinante miliardario, ha stregato la sensuale Samantha Lockwood (Jessica Alba) ma tiene segreta la relazione alla madre Lilith (Lena Olin), una donna gelosa e possessiva che, dopo la morte del marito, gli si è aggrappato ancora più al collo.
Il cuore di Clayton, da tempo malato, perde colpi e necessita urgentemente di un trapianto. Lilith vorrebbe farlo operare dal dottor Neyer (Arliss Howard), cardiochirurgo di chiara fama, ma Clayton, testardo e cocciuto, decide di affidarsi all’amico Jack Harper (Terrence Howard), un medico dal passato professionale oscuro che lo convince a sposare Samantha prima dell’intervento.
In sala operatoria tutto è pronto, ma l’anestesista è leggermente alticcio e pasticcia con il farmaco. Clayton si ritrova con il corpo paralizzato, ma vigile e cosciente, é in grado di comprendere perfettamente quello che gli accade intorno.
Da qualche bisbiglìo e da alcune frasi sospette, Clayton intuisce che Samantha, un ex infermiera, e Jack avevano organizzato un piano perché morisse sotto i ferri così da ereditare la sua immensa ricchezza. E se, infine, tutta la vicenda fosse solo causato dall’effetto del farmaco o il frutto dell’immaginazione di Clayton?
Pellicola d’esordio del regista inglese, che ambienta questo medical-thriller nella Grande Mela e s’affida alla recitazione degli acerbi Christensen e Jessica Alba, che, non a caso, hanno collezionato una candidatura nei famosi Razzie Award. Nelle prime battute il plot sembra intrigante ma, man mano che la vicenda si dipana, affiorano i difetti legati alla vacuità dell’impianto narrativo e alla leggerezza dei dialoghi.
Il risultato complessivo è abbastanza deludente, anche perché ai cattivi di turno manca quello sguardo dannato e luciferino che avrebbe reso più credibile l’intera vicenda. A completare la frittata la melensa Lena Olin, nel ruolo di una madre fin troppo apprensiva ed appiccicosa. Una trama che fa spudoratamente il verso al nostrano La corta notte delle bambole di vetro di Aldo Lado (1971) e che riporta in auge il cosiddetto fenomeno dell’anestesia cosciente.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segno Cinema – N 159 – Settembre – Ottobre 2009
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