L’imbroglio – The hoax di Lasse Hallström – USA – 2006 – Durata 105’

24 Maggio 2024 | Di Ignazio Senatore
L’imbroglio – The hoax di Lasse Hallström – USA – 2006 – Durata 105’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Anni 70. Clifford Irving (Richard Gere) propone ad Andrea Tate (Hope Davis), una delle responsabili delle edizioni McGraw-Hill, la biografia autorizzata del miliardario Howard Hughes, eccentrico e solitario magnate del mondo del cinema e dell’aeronautica, lontano da decenni dalla scena pubblica e allergico a fotografi e riflettori.

Per convincerla, non solo dichiara di aver conosciuto personalmente Hughes, ma di aver trascritto le sue confessioni. I dirigenti della casa editrice sono scettici, ma Irving,  spalleggiato dallo scrittore Dick Suskind (Alfred Molina), grazie alla sua irresistibile verve, riesce a fugare i loro dubbi.

Gli editori danno il via libera alla pubblicazione, ma lui non ha nessun asso nella manica e i documenti in suo possesso sono contraffatti. Intanto Edith, (Marcia Gay Harden), moglie di Irving, in combutta col marito, sotto falso nome, vola in Svizzera per versare in una banca una montagna di soldi, frutto dell’anticipo per la pubblicazione del libro.

La matassa si complica ancora di più perché Irving riceve da uno sconosciuto dei documenti scottanti che riguardano i rapporti tra Hughes e Nixon, che smaschererebbero il presidente americano, colpevole di aver pagato delle tangenti. A mettere ancora più nei pasticci Irving la minaccia di Hughes che potrebbe smentirlo pubblicamente.…

Hallström (Buon compleanno Mr Grape, Le regole della casa del sidro, Chocolat, Hacchiko, il tuo migliore amico…) narra le gesta di Clifford Irving, già immortalato nel docufilm “F for fake” di Orson Welles.

Più che la storia di un megalomane che sogna di diventare famoso con la biografia di un uomo simbolo nell’immaginario a stelle e strisce, (la leggendaria vita di Hughes è stata portata sullo schermo nel 2004 da Martin Scorsese nel film The Aviator), il regista mette alla berlina il mondo dell’editoria americana, dove pullulano più avvocati che editors.

La storia intriga nella prima parte, ma poi si arrotola su se stessa e i tentativi di Irving di convincere gli editori diventano sempre più improbabili e inattendibili.

Hallström è però un maestro nel descriverlo come un uomo che non si arresta di fronte a nessun ostacolo e, ogni qual volta è messo con le spalle al muro, piuttosto che arrendersi e confessare i propri misfatti, alza sempre più la posta, inventandosene una più del diavolo.

In bilico tra identificazione con lo stesso Hughes e la smania di successo, tra la voglia di compiere una colossale truffa ed il piacere di mistificare a proprio piacere la realtà, il protagonista della vicenda contemporaneamente irrita e affascina, attrae e respinge.

 

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