Violette di Martin Provost – Francia, Belgio – 2015 – Durata 139’

27 Maggio 2024 | Di Ignazio Senatore

Nella Francia occupata dai nazisti, Violette Leduc (Emmanuelle Devos) sposa Jacques (Pierre Gibling), uno scrittore dilettante che le confessa di essere omosessuale e, dopo averla invitata a cimentarsi nella scrittura, l’abbandona.

Violette inizia a narrare la propria infanzia funestata dal rapporto conflittuale con la madre, gelida e oppressiva, e si trasferisce a Parigi; di giorno vive con i guadagni della borsa nera, di notte affida i propri tormenti alle pagine di un romanzo-confessione.

Folgorata da Simone de Beauvoir (Sandrine Kiberlain), le affida il suo manoscritto L’asfissia che è pubblicato dalla prestigiosa casa editrice Gaullimard.

Violette conosce Jacques Guérin (Olivier Gourmet), un omosessuale ricco, proprietario di una casa di profumi, che pubblica L’affamata, il suo secondo romanzo. Pur essendo apprezzati dagli intellettuali parigini, i suoi scritti, troppo intimi e dolorosi, non conquistano i favori del pubblico e Violette è sempre più divorata dall’assillo economico.

Simone resiste alla sua corte spietata ma, per permetterle di poter vivere e scrivere più tranquillamente, le passa un mensile, fingendo che a elargirlo sia Gallimard.

I tagli che gli editori impongono al suo ultimo romanzo La bastarda, dove Violette racconta apertamente dell’aborto che ha scombussolato la sua vita, minano il suo già precario equilibrio psicologico. Ricoverata in una clinica psichiatrica e sottoposta a ESK, Violette si trasferisce in Provenza e…

Martin Provost (Tortilla y cinema, Seraphine, Quello che so di lei…) senza santificarla, rispolvera la figura  di Violette, femminista ante litteram, scrittrice coraggiosa e sensibile, capace di mettere a nudo la propria vita e  affrontare, senza ipocrisia e falsi pudori, temi scottanti, considerati  all’epoca tabù come l’aborto e l’omosessualità femminile.

Il regista ricostruisce con eleganza le atmosfere parigine del dopoguerra e, in questo raffinato biopic, lascia che lo spettatore sia travolto dalla potenza, dalla spontaneità e dalla modernità delle pagine (lette dalla voce off della protagonista), di una “bastarda” (dal titolo del suo romanzo più famoso), abbandonata dal padre, trattata con distacco dalla madre, rifiutata dal marito e dalla gelida ed ambivalente De Beauvoir.

Citati più volte Jean Genet, Camus, Cocteau, Sartre ed altri intellettuali francesi dell’epoca. Emmanuelle Devos superlativa.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi