Il manoscritto del principe di Roberto Andò – Italia – 2000 – Durata 100’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Palermo, metà degli anni Cinquanta. Marco Pace (Paolo Briguglia), figlio di un avvocato, e l’aristocratico Guido Lanza (Giorgio Lupano) sono due giovani allievi del principe Tomasi di Lampedusa (Michel Bouquet), nobile decaduto, sposato con l’elegante psicoanalista Alessandra Wolf, detta “Licy” (Jeanne Moreau).

Intuito che il giovane Marco, aspirante poeta, ha del talento, il principe lo invita nella sua biblioteca dove trascorrono le giornate, leggendo romanzi e discorrendo sui limiti e il valore dei classici della letteratura.

Marco è uno spirito libero ed entra spesso in collisione con l’anziano scrittore sulla funzione della letteratura, che a suo dire, deve avere il compito di migliorare la società.

ùPur provando una maggiore affinità elettiva con Marco, il principe adotta Guido Lanza, aristocratico come lui. Marco, deluso per non essere stato il prescelto, gli consegna egualmente un romanzo scritto di suo pugno.

Il principe lo legge e non gli rivela di averlo apprezzato e, tantomeno, lo spinge a cullare le sue aspirazioni di scrittore…

Andò (Sotto falso nome, Viaggio segreto, Viva la libertà, Le confessioni, Una storia senza nome…), all’esordio, compone un film elegante e raffinato incentrato sugli ultimi anni dell’autore de Il Gattopardo e sui salotti colti palermitani.

Tomasi di Lampedusa è descritto come un uomo colto, schivo e riservato, lontano dai salotti mondani della città. Aristocratico decadente, non a passo dei tempi, chiuso nel proprio mondo, si nutre delle creature letterarie, protagoniste dei romanzi.

Ma Andò mette anche al centro della narrazione il rapporto ambivalente che lega lo scrittore al giovane Marco che, dopo l’adozione di Guido, coverà dentro, anche dopo la morte del principe, un cieco rancore nei confronti del rivale.

Il film, infatti, si apre (e si chiude) con il tentativo di Guido che, prova (invano) a tenere ancora in vita la loro antica amicizia. Da segnaalre il cameo di Leopoldo Trieste nei panni di Lucio Piccolo, poeta e cugino di Lampedusa. Prodotto da Giuseppe Tornatore.