Parigi. Dopo essere stato mollato dalla moglie Mona (Ellen Burstyn), stufa di vivere una vita di stenti e di dormire in alberghi pidocchiosi, Henry Miller (Rip Torn), giovane scrittore americano e impenitente seduttore, si ritrova senza il becco di un quattrino.
Gabbato assieme all’amico Filmore (James Callahan) da una misteriosa principessa (Magali Noël), s’impiega come insegnante di inglese in un rigido collegio di Digione.
Il suo spirito libero lo spinge ben presto a mollare gli allievi e a fuggire di notte, in barba a custodi e sorveglianti.
Sempre a caccia di avventure erotiche, non disdegna di fare da guida ad un giovane e ricco arabo per i bordelli frequentati dalle prostitute e…
Strick (Il balcone, Ulysses…) traspone il romanzo scandalo di Henry Miller ambientandolo dagli anni Trenta ai Sessanta e riduce il controverso scrittore newyorkese ad un uomo vuoto e superficiale, ossessionato dal sesso e alla perenne ricerca di qualcuno che lo possa ospitare e prestargli qualche franco.
Il regista non lo mostra mai mentre è alla macchina da scrivere o fa riferimento a qualche romanzo al quale sta lavorando, ma tappezza la narrazione con la voce off del protagonista che declama alcuni passi composti dallo scrittore, che ruotano, esclusivamente, intorno alle sue esperienze erotiche con le donne che è riuscito a portare a letto.
Il linguaggio è per lo più crudo, a tratti scurrile, e, se poteva scandalizzare al tempo, oggi fa, francamente, sorridere.
Limiti estetici a parte il film, però, ha un tono scanzonato ed, anche se i dialoghi del protagonisti maschili grondano di profonda misoginia, la commedia scivola addosso senza colpo ferire.
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