Mary Shelley – Un amore immortale di Haifaa Al Mansour – USA – 2017 – Durata 120’

31 Agosto 2024 | Di Ignazio Senatore

La sedicenne Mary Wollstonecroft Goldwin (Elle Fanning), figlia di due letterati, appassionata di letteratura gotica e di storie di fantasmi, conosce in Scozia il ventunenne poeta Percy Shelley (Douglas Booth).

E’ amore a prima vista, ma lui è già sposato con Harriet (Clara Charteris) ed è padre di una bambina. Noncuranti dei pettegolezzi, i due amanti, fuggono insieme e con loro Claire (Stephen Dillane), la sorella minore di Mary. Lo scandalo li travolge ed i genitori tagliano loro i fondi.

Dopo aver vissuto in miseria e con i creditori alle porte, Mary rimane incinta e dà alla luce Clara, una bambina fragile e dalla salute incerta che muore, poco dopo.

Claire, intanto, attende un figlio dall’eccentrico ed istrionico Lord Byron (Tom Sturridge) e Mary e Percy si trasferiscono con lei nella villa dello scrittore.

Tra gli ospiti c’è anche il dottor Polidori (Ben Hardy) che illustra a Mary il fenomeno del galvanismo e la possibilità, anche se remota, di ridare vita ad un corpo già morto.

Una sera, per ammazzare la noia, Byron propone agli ospiti di scrivere una storia di fantasmi e di proclamare poi il vincitore.

Mary e Polidori accettano la sfida e iniziano a scrivere; Percy e Byron, invece, preferiscono continuare a dissipare le giornate tra l’ozio e il bere.

Qualche tempo dopo Polidori scrive Il vampiro, che Byron, impunemente, fa pubblicare a nome suo, e Mary compone Frankestein, pubblicato in forma anonima, con la prefazione di Shelley. Tutti credono che sia lui l’autore del romanzo ma….

La regista araba Haifaa Al Mansour (Woman without shadows, La bicicletta verde…) rende con questo film omaggio alla creatrice del primo romanzo di science-fiction della storia della letteratura.

Mary è descritta come una donna volitiva e battagliera, decisa a sfidare le ipocrite convenzioni sociali, pur di coronare il sogno d’amore e vivere al fianco di Percy, poeta famoso e anticonformista che vorrebbe vivere una sessualità libera (non a caso non si fa scrupoli di tradire Mary con Claire) e che ama condurre una vita senza il peso di alcuna responsabilità.

Mary è mostrata, invece, come una scrittrice che non vive nell’ombra del marito ma che, anzi, accetta, senza alcuna remora la sfida lanciata dal misogino, eccentrico e vanesio Lord Byron.

L’ambientazione e i costumi sono perfetti, ma il maggior pregio del film è nella capacità della regista di mostrare, sul finale, come nasca, febbrilmente, pagina dopo pagina, il capolavoro di Mary, allora diciottenne,

Nel finale la regista riabilita Percy che, pubblicamente, dichiara che Frankestein è opera della moglie.

Il papà della scrittrice pubblicherà, infatti, poi, a proprie spese, la seconda edizione dell’opera che reca, a chiare lettere, il nome dell’autrice.

Pessimo il titolo in italiano che fa riferimento a un non ben specifico amore immortale che riguarderebbe la protagonista.

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