Copenaghen, primi del ‘900. Einar Wegener (Eddie Redmayne), stimato pittore paesaggista danese, è felicemente sposato con Gerda (Alicia Vikander), pittrice in erba e appassionata ritrattista.
Un giorno la modella è impegnata nelle prove di uno spettacolo e Gerda propone al marito di posare per lei, in abiti femminili e per gioco, di andare poi, al ballo degli artisti, truccato da donna e fingendo di essere una misteriosa Lila.
Alla festa Einar incontra Henric (Ben Whishaw) che fa il galante galante e lo bacia. Gerda assiste alla scena ed Einar poi, l’indomani, pur cercando di tranquillizzarla, le confessa di essere turbato perché quello che era accaduto la sera precedente aveva risvegliato emozioni che aveva tenuto per troppo tempo al guinzaglio.
Einar, inizia, compulsivamente, a guardarsi allo specchio, a compiacersi all’idea di poter avere un corpo femminile ed a frequentare Henric, di nascosto di Gerda.
Si rivolge allora ad uno psichiatra che lo sottopone a delle improbabili terapie per “curarlo” e quando Greta è invitata a esporre le sue opere in una mostra a Parigi, Einar la segue, vestendosi da donna. Presa coscienza che ormai Lila ha preso il sopravvento su Einar….
Tom Hooper (Il discorso del re, I Miserabili), fedele all’idea di un cinema “classico”, allestisce, con meticolosa cura, un melodramma elegante e ricercato, dove i costumi, la scelta cromatica e l’ambientazione fanno da sfondo a una vicenda reale, ispirata all’omonimo romanzo di David Ebershoff.
Il regista affronta con un discreto rigore psicologico il dramma del protagonista che, non volendo più abitare in un corpo maschile, conduce, fino alle estreme conseguenze, la propria battaglia per diventare donna, fino a sottoporsi all’operazione chirurgica finalizzata al cambio di sesso.
L’attività artistica di Einar e Gerda è praticamente sullo sfondo, mancano i riferimenti storici ai movimenti artistici presenti al tempo in Danimarca, ma il regista mostra però diversi quadri di Gerd.
Redmayne, pur calandosi perfettamente nella parte, eccede però, un po’ troppo in sguardi languidi e mossettine.
Sorprendente Vikander, premiata con l’Oscar.
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