Il sangue di un poeta (Le sang d’un poète) di Jean Cocteau – 1932 – Durata 55′ – B/N

6 Ottobre 2024 | Di Ignazio Senatore
Il sangue di un poeta (Le sang d’un poète) di Jean Cocteau – 1932 – Durata 55′ – B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Primo episodio: La mano ferita o le cicatrici di un poeta. In una stanza spoglia un poeta (Enrique Rivero), con una parrucca Luigi XV, sta disegnando un volto, la cui bocca inizia ad animarsi.

Nel cancellare la bocca, la ritrova nel palmo della propria mano. La osserva, meravigliato, e quando la bocca gli parla e gli chiede “aria”, per esaudire il suo desiderio, rompe il vetro della finestra e la fa respirare.

La mattina seguente il poeta cerca di disfarsi della bocca e la stampa su quella di una statua (Elizabeth Lee Miller) che è nella sua stanza.

Secondo episodio: I muri hanno orecchie? La statua diventa parlante e gli chiede di entrare in uno specchio. Il poeta è titubante, ma poi lo attraversa e, spiando dal buco della serratura di diverse stanze, assiste a delle scene alquanto strane e perturbanti.

Una voce femminile poi si rivolge a lui, gli porge una pistola e gli chiede di suicidarsi con un colpo alla tempia. Un attimo dopo, il poeta esce dallo specchio e, ritornato sui propri passi, rientra nella stanza dove c’è la statua. La distrugge ma diventa lui stesso una statua.

Terzo episodio: La battaglia delle palle di neve. In un cortile di un palazzo dei giovani studenti giocano a tirarsi le palle di neve, distruggendo la statua del poeta. Uno studente nasconde una pietra in una palla di neve e scagliandola contro la testa di un ragazzo, lo uccide.

Quarto episodio: La profanazione dell’ostia. Il poeta e una donna, che assomiglia alla statua, giocano a carte. Lei lo prende in giro, dicendogli che non ha l’asso di cuore. Il poeta, allora, ruba l’asso di cuori dal taschino del ragazzo ucciso dalle palle di neve. Compare l’angelo custode del ragazzo e…

L’esordiente Jean Cocteau, autore anche del soggetto, della sceneggiatura e del montaggio, con questo film sperimentale segna una delle espressioni più alte di quel periodo, dominato dalle avanguardie artistiche fiorenti a Parigi negli anni Trenta.

Di stampo chiaramente surrealista e ricco di simbolismo, questa pellicola, commentata dalla stessa voce fuori campo di Cocteau, sospesa tra sogno e realtà, colpisce non solo per le invenzioni visive, assolutamente straordinarie per l’epoca, ma anche per le amare e tragiche riflessioni sulla condizione del poeta e dell’artista.

Nel quadro iniziale Cocteau dedica il film “a Paolo Uccello, Piero della Francesca, Andrea Del Castagno e al ricordo di tutti quelli che hanno dipinto insegne ed enigmi. Musiche di Georges Auric.

 

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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