L’angelo del male (La bête humaine) di Jean Renoir – 1938

7 Ottobre 2024 | Di Ignazio Senatore
L’angelo del male (La bête humaine) di Jean Renoir – 1938
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il capostazione Roubaud (Fernand Ledoux) scopre che la moglie Severine (Simone Simon) accetta la corte del ricco e potente Grandmorin (Jacques Berlioz) e, con la complicità della consorte, decide di ucciderlo.

I due salgono su un treno semideserto e Roubaud ammazza il rivale, pugnalandolo. Nello stesso scompartimento però viaggia anche Lantier (Jean Gabin), un macchinista, che, pur avendo intuito che i due sono i responsabili del delitto, colpito dal fascino di Severine, non li denuncia alla polizia.

Severine fa occhi dolci a Lantier, i due diventano amanti e, per poter vivere la loro storia d’amore senza più lacci e impedimenti, lei gli chiede di eliminare il marito, Lantier non è un assassino e i due amanti, dopo essersi detti addio, si incontrano ad una festa di ferrovieri.

Severine gli lancia sguardi languidi e Lantier l’invita a casa sua. Lui soffre di tare ereditarie e ogni tanto, d’improvviso, è colto da un raptus che gli annebbia la mente e gli fa compiere delle azioni come fosse in trance…

In questo film, pessimista e senza speranza, tratto dal romanzo La bestia umana di Émile Zola, divenuto uno dei capisaldi del cinema francese degli anni Trenta e manifesto del determinismo positivista, il protagonista è Lantier, novello Edipo, che non può sfuggire al suo infelice destino.

Timido e ingenuo s’imbatterà in Severine, angelo nero (e del male) che, come recita il titolo in italiano, dopo aver provocato la vendetta di Roubaud, lo attrae nella sua rete. Intelligentemente, Renoir affida il ruolo di dark lady a Simone Simon, attrice dal visino acqua e sapone, dotata di uno sguardo ammaliante e provocante.

Il film è teso come una corda di violino e Renoir (Madame Bovary, La grande illusione, La carrozza d’oro…) mette in campo tre creature infelici e sfortunate,

Lantier, solo, senza amici, “innamorato” della sua locomotiva (che chiama affettuosamente Lisa), che, come recita il titolo originale del film, vittima di tare ereditarie, si trasforma d’improvviso in una “bestia”.

Severine, cinica e spietata, oggetto, sin da giovane, delle avances di uomini senza scrupoli; Roubaud, un bambinone credulone che, dopo aver ammazzato Grandmorin, perderà se stesso e la moglie.

Curiosità: Renoir compare nel film nel piccolo ruolo di Cabuche, un bracconiere. Il film conta due remake; quello di Fritz Lang nel 1954 con il titolo La bestia umana e di Daniel Tinayre nel ’57 con il titolo Ossessione di sangue.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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