Michel Delassalle (Paul Meurisse) è il dispotico direttore del collegio maschile Delassalle.
Non solo è severo ed intransigente con i giovani studenti ma tiranneggia la moglie Christina (Vera Clouzot), gli insegnanti e l’amante, la maestra Nicole Horner (Simone Signoret).
Quest’ultima, stanca dei soprusi, divenuta amica di Christina, le suggerisce di avvelenare Michel.
Per mettere in atto il loro piano partono in auto e raggiungono la casa di Nicole a Niort e, con una scusa, convincono Michel a raggiungerle. Christina gli fa ingerire del liquore nel quale ha versato un sonnifero, lui si addormenta e Nicole lo affoga nella vasca da bagno.
Christina e Nicole caricano poi il cadavere in auto e lo gettano nella piscina del collegio. Ma quando la piscina è prosciugata, il cadavere di Michel sembra sparito nel nulla…
Con questa pellicola ineguagliabile, tratta dal romanzo Celle qui n’était plus di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, Clouzot, sin dalla prima inquadratura, tiene lo spettatore col fiato sospeso.
Grazie ad un perfetto scavo psicologico dei personaggi e ad una costruzione narrativa oleata alla perfezione, il regista lascia che la vicenda ruoti intorno a Christina, donna emotivamente fragile che, nonostante i torti subiti dal marito, continua ancora ad amarlo.
Personalità passiva e dipendente, non solo si fa maltrattare e picchiare dal consorte ma, come un automa, esegue quello che le ordina la gelida e decisa Nicole.
Michel è descritto come una persona spregevole e senza anima, che non solo si è impossessato dei soldi della moglie per aprire il collegio, ma non si intenerisce nemmeno di fronte alla sua grave malattia cardiaca.
Ma, a ben vedere, a tenere le fila della complessa e articolata macchinazione, è la diabolica, fredda e calcolatrice Nicole, autoritaria nei confronti di Christina e in grado, grazie al suo sangue freddo, di fronteggiare imprevisti e colpi di scena.
Clouzot mescola i generi e il film, sospeso tra il giallo, l’horror e il dramma psicologico, è inframmezzato da piccoli siparietti che suscitano qualche sorriso.
Vera Clouzot e Simone Signoret fanno a gara a superarsi e la pellicola è impreziosita da un bianco e nero da favola.
Curiosità: Clouzot battè sul tempo Alfred Hitchock che voleva anche lui comprare i diritti d’autore del romanzo. Da ricordare che nei titoli di coda del film comparve questa scritta: “Non siate diabolici…
Non distruggete l’interesse che i vostri amici potrebbero nutrire per questo film. Evitate di raccontare loro quello che avete visto. Grazie da parte loro.”
Da questo film è stato tratto il (brutto) remake nel 1996 dal titolo Diabolique con Isabelle Adjani e Sharon Stone, diretto da Jeremiah S. Chechik.
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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