La diciassettenne Geneviève (Catherine Deneuve) vive con la madre Madame Emery (Anne Vernon), vedova e proprietaria di un negozio di ombrelli.
Geneviève vuole sposare Guy (Nino Castelnuovo), un meccanico ventenne che però deve partire come militare per combattere in Algeria. Prima del doloroso addio, fanno l’amore e lei rimane incinta.
La madre di Geneviève, per pagare delle rate arretrate, è costretta a vendere una preziosa collana di perle e si reca nel negozio di un amico gioielliere dove è presente anche Roland Cassard (Marc Michel), un giovane che commercia in gioielli che, incantato dalla bellezza di Geneviève, si offre di comprare il collier.
Dall’Algeria le lettere di Guy arrivano a singhiozzo e le notizie non sono confortanti. La madre convince Geneviève a sposare Cassard così avrebbe garantita un’ottima posizione economica.
Trascorsi un anno e mezzo dalla sua partenza, Guy ritorna a Cherbourg e scopre che il negozio di ombrelli non c’è più e che nessuno ha notizie di Geneviève.
Intanto, Elisa, la zia che aveva accudito Guy sin da quando era piccolo, muore e lui finisce tra le braccia di Madeleine (Ellen Farner), una graziosa ragazza da sempre innamorata di lui. Nel finale…
Secondo di una trilogia che comprende Lola, donna di vita (1961) e L’amante perduta (1969), il film è strutturato in tre quadri (La partenza, L’assenza, Il ritorno) e si svolge nell’arco di sei anni, dal novembre 1957 al dicembre 1963.
Premiato nel ’64 con la Palma d’Oro al Festival di Cannes e con cinque nomination agli Oscar, ha nel complesso una struttura narrativa abbastanza esile.
Ma la forza del film non è solo nella originalissima scelta compiuta dal regista di impaginare un film musicale, interamente cantato e senza balletti, ma quella di mescolarlo con il melò.
Demy, infatti, narra una storia d’amore triste e amara con al centro due giovani che, pur amandosi, sono vittima di un destino contro il quale è inutile combattere; lui non può rifiutarsi di servire la Patria, lei, incinta, deve andare in sposa ad un uomo che garantisce a lei e alla figlia la stablità economica.
Da incorniciare il finale melanconico; lei, alla guida della sua auto, ritorna a Cherbourg e fa rifornimento ad una pompa di benzina, ignara che è di proprietà di Guy,
I due si lanciano sguardi, si scambiano qualche parola, lui si limita a vedere da lontano la figlia e poi mestamente si salutano.
A dar ancora maggior forza al film contribuiscono l’avvolgente colonna sonora di Michel Legrand, le coloratissime scenografie di Bernard Evein, gli eleganti costumi color pastello di Jacqueline Moreau e le fresche interpretazioni dei giovanissimi Catherine Deneuve e Nino Castelnuovo, entrambi doppiati.
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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