Rosso sangue (Mauvais sang) di Leos Carax – 1986

31 Ottobre 2024 | Di Ignazio Senatore
Rosso sangue (Mauvais sang) di Leos Carax – 1986
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Parigi. In un imprecisato futuro, la cometa Halley si sta avvicinando alla terra e la temperatura del pianeta è in aumento.

Un nuovo retrovirus si profila all’orizzonte; si chiama STBO. “Può uccidere uomini a migliaia, a milioni. Tutti quelli che fanno l’amore senza amore. E più si è giovani e più il rischio è grande. Basta che uno solo fa l’amore e tutti e due s’ammalano. Si può trasmettere anche con le sole carezze…” 

Chi parla è Marc (Michel Piccoli), capo senza scrupoli di una banda composta da Anna (Juliette Binoche), la sua donna, Hans (Hans Meyer), un medico tedesco e Thomas (Jérôme Zucca), che ha assoldato uno strano tipo, Alex (Denis Lavant), un giovanotto dotato di un’incredibile destrezza con le mani, che sbarca il lunario facendo il baro/prestigiatore nelle stazioni della Metrò, un tipo silenzioso (soprannominato, non a caso, “lingua muta”, perché da bambino non parlava mai) innamorato della bellissima Lise (Julie Delpy).

Il compito di Alex è quello di introdursi nel laboratorio della Wilkinson, dove i ricercatori hanno isolato il retrovirus e rubare le colture.

Una volta avvenuto il furto, sarà possibile lanciare poi sul mercato il vaccino che renderebbe Marc e la sua banda milionari.

Ma un gruppo, capeggiato da un’anziana americana, vuole impossessarsi, a sua volta, delle preziose scoperte messe a punto dalla Wilkinson…

Carax (Boy eets girl, Gli amanti del Pont-Neuf, Pola X…), regista allora ventisettenne (ed ex critico dei “Cahiers”), impagina un film, in bilico tra realtà ed immaginazione, ricco di virtuosismi, di esercizi di stile e con il colore che si desatura e sfuma improvvisamente nel bianco e nel nero.

I dialoghi sono inondati di poesia (“Bisogna nutrire gli occhi per i sogni della notte”) ed al centro della narrazione c’è in primo piano il corpo di Alex che si contorce (per lenire il dolore assume oppio), che si esprime con le voci di dentro (quando è emozionato parla come un ventriloquo), che corre per strada, esplodendo in una scena liberatoria, energetica, sprizzante di vita sulle note di Modern love di David Bowie e che sanguina nella scena finale. Cameo di Hugo Pratt e Serge Reggiani.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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