The square di Ruben Östlund -Svezia, Germania, Francia, Danimarca – 2017 – Durata 145’

3 Gennaio 2025 | Di Ignazio Senatore

Christian (Claes Bang), separato e padre di due figli, affascinante direttore del museo d’arte contemporanea di Stoccolma, sta allestendo una mostra, dal titolo “The Square”, un’installazione di un’artista argentina, volta a promuovere la creazione di uno spazio simbolico, un quadrato, nel quale chi vi è dentro, può chiedere aiuto, e le persone che passano accanto, non possono tirarsi indietro.

Qualcuno ruba il suo cellulare, portafoglio e i gemelli d’oro e Christian, individuato il palazzo dove abita l’autore del furto, stampa dei volantini (che imbuca nelle cassette della posta), nei quali intima il ladro di restituirgli il maltolto e di lasciarlo in un fast food nei paraggi.

Nel frattempo, l’ufficio stampa del museo lancia una campagna pubblicitaria per la mostra che attiri l’attenzione dei media e che ha come protagonista una giovane mendicante che non appena entra in “The square”, esplode in aria.

Preso dal furto subito, Christian non segue la campagna pubblicitaria che, essendo “politically incorrect”, scandalizza, riscuote critiche accese, ma ottiene anche un successo inaspettato.

Christian va in crisi, anche perché un bambino che vive nello stabile dove risiede il ladro, gli chiede di scusarsi, per averlo accusato, ingiustamente, di essere un l’autore del furto …

In questa satira agrodolce sull’arte contemporanea il regista svedese (Play, Forza maggiore…) affronta il discusso tema della creazione artistica e del ruolo che deve svolgere un museo d’arte contemporanea.

Il regista fornisce delle interessanti riflessioni sulla funzione dell’arte ma ironizza anche sulla sua precarietà (un addetto alle pulizia spazza via delle istallazioni di ghiaia di un’artista che esponeva nel museo, facendole cambiare inavvertitamente posto) e sulla sua vacuità  (nel corso di un incontro mentre un’artista risponde alle domande di un’intervistatrice, un signore del pubblico, affetto da Sindrome de la Tourette, lo interrompe continuamente, utilizzando ad alta delle espressioni volgari…).

Diversi gli elementi grotteschi e non sense (Anne ha in casa uno scimpanzé che si diletta sul divano a leggere il giornale ed è dirompente e disturbante la performance estrema dell’uomo-scimmia ad un ricevimento) ma, soprattutto, al centro della narrazione c’è Christian, un direttore del museo, elegante e colto, dall’animo nobile ma, in qualche modo, “scisso”.

Da un lato promuove l’installazione di “The square”, un luogo dove tutti sono obbligati a dare una mano all’altro e dall’altro è scortese con un vagabondo e con una ragazza extracomunitaria che gli chiede di comprargli un panino nel fast food, ma, soprattutto, dopo il furto subìto, mostra una scarsa sensibilità nei confronti del battagliero, indomito ed incolpevole ragazzino.

Un film che non vuole avere una morale ma che, sul finale, ribadisce che niente può e deve ostacolare la libertà d’espressione.

Curiosità: il regista ha realizzato ncon Kalle Boman “The square” nel Museum Vandalorum di Varnano in Svezia.

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