Salvatore (Benedetto Casillo), vice sostituto portiere, e Saverio (Sergio Solli), un netturbino, sono sul terrazzo del professor Gennaro Bellavista (Luciano De Crescenzo) per osservare al telescopio il passaggio della cometa di Halley.
Salvatore, invece di inquadrare la volta stellare, scorge, in una finestra di fronte, una figura dalla lunga chioma che sta sgozzando una donna, che sembra essere la signora Jolanda, proprietaria di un atelier di pellicce usate.
Allarmati, si recano sul luogo del presunto delitto, e vestiti i panni dei detective, constatano che non c’è traccia del cadavere della presunta vittima.
Dopo aver fatto visita al Museo d’Arte Moderna, i tre continuano, senza successo, a cercare prove e indizi per incastrare l’autore dell’efferato delitto.
Bellavista, intanto, si reca nell’appartamento del marchese Filiberto Buonajuto di Pontecagnano (Riccardo Pazzaglia), un appassionato di arte, proprietario de L’infermiera, un quadro di Antonio Mancini.
Rapito dal dipinto, Bellavista lo compra, ma scopre che è un falso, perché un identico quadro è stato venduto al dottor Cazzaniga (Renato Scarpa), che abita nel suo stesso palazzo.
I due truffati, si recano a casa del marchese, ma le sorprese non finiscono qui…
Ideale seguito del fortunato Così parlò Bellavista diretto dallo stesso Luciano De Crescenzo (32 dicembre, Croce e delizia…) e con gli stessi pittoreschi personaggi. In questa commedia, che strizza l’occhio al celeberrimo La finestra del cortile di Hitchock, la struttura narrativa procede per gustosi e deliziosi siparietti e l’ipotetico delitto compiuto ai danni della signora Jolanda funge da filo conduttore.
Tra i vari bozzetti spiccano l’esilarante visita al Museo d’Arte Moderna con delle ironiche e caustiche considerazioni sull’arte contemporanea.
Irresistibile quella, sul finale, che propone la filosofia che anima Filiberto Buonajuto di Pontecagnano, un marchese spiantato che, per arrangiarsi, non solo vende dei falsi quadri di Antonio Mancini ma, con la complicità della moglie (Marisa Laurito), finge di essere un artista pazzo che, dopo aver terminato un dipinto, in preda alla follia, lo distrugge.
La commedia nel complesso regala un’ora e mezza di sano intrattenimento.
Al fianco dei protagonisti, alcuni dei componenti della banda Arbore (Pazzaglia, Laurito, Andy Luotto) si guadagnano ampiamente la sufficienza
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