Il diavolo veste Prada di David Frankel – USA – 2006 – Durata 110’

27 Febbraio 2025 | Di Ignazio Senatore

Andy Sachs (Anne Hathaway), giornalista neolaureata, si trasferisce dalla provincia a New York ed è assunta come seconda assistente di Miranda Priestly (Meryl Streep), celebre editrice della ‘Runway’, la rivista più accorsata di moda americana.

Miranda è capricciosa, tirannica e volubile e i suoi dipendenti, nel timore di essere licenziati, sono perennemente sugli attenti.

Sin dalle prime battute, Andy comprende che non è lì per scrivere articoli di moda, ma che il suo compito è quello di segretaria tuttofare e spendersi per portare in ufficio a Miranda il caffè caldo, procurarle biglietti aerei e esaudire ogni suo desiderio.

Emily (Emily Blunt), la prima assistente di Miranda, non le rende le vita facile, ma Andy, pur consapevole che la moda non è il suo mondo, tiene duro e accetta i consigli di Nigel (Stanley Tucci), l’editore di Miranda.

Con questa pungente commedia sul mondo dorato della moda, tratta dal best seller di Lauren Weisberger, ambientata nella Grande Mela, il regista newyorkese (Promesse e compromessi, Io & Marley. Collateral beauty…) impagina una favola metropolitana che si nutre del vaporoso, ipocrita e effimero mondo della moda.

Il film, un continuo riferimento ai brand più famosi (Dior, Chanel, Dolce e Gabbana, …), è condito da battute pungenti e spiritose. Non mancano i nei ed è abbastanza scolastica la contrapposizione tra la vita ordinaria che Andy conduce con Nate (Adrian Grenier), l’affettuoso fidanzato, aspirante chef, e il mondo luccicante e sfarzoso della moda.

Parimenti prevedibile la trasformazione di Andy che, nelle prime battute del film, indossa abitini ordinari e calza scarpe basse, e da “brutto anatroccolo” si trasforma in “cigno”, indossando abiti firmati e adottando dei vertiginosi tacchi a spillo.

Le bizze e i capricci di Miranda, (personaggio che sembra ispirato ad Anna Wintour, direttrice della redazione americana di Vogue), che inizialmente divertono e danno brio alla vicenda, finiscono per diventare troppo ripetitivi.

Al di là dei luccichii delle sfilate, del fantastico look della Streep, dai capelli biondo platino, la trama è leggerina e Frankel, sposando i toni della favola metropolitana, invece di lanciare un duro attacco nei confronti dell’arrivismo dei giovani rampanti e schierarsi contro le spietate leggi del business, nell’happy end troppo zuccheroso, lascia che la tenera Andy, dopo l’apprendistato presso la Runway, coroni il sogno di diventare giornalista.

Un merito alla costumista Patricia Field che ha mostrato nel film quasi tutti capi firmati da stilisti famosi. Meryl Streep, candidata all’Oscar come migliore attrice, è impareggiabile, ma le tengono mirabilmente testa la tenera Hathaway e l’impeccabile Tucci.

Apparizione dello stilista Valentino. Curiosità: per il ruolo di Andy la scelta era caduta prima su Rachel McAdams.

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