1° Episodio. Un poeta viaggia su un treno di seconda classe. Arrivato a Siracusa, alloggia in un hotel di lusso e, dopo aver vagato per la città, s’imbatte in alcuni ragazzi che hanno acceso un falò in spiaggia. Li invita a uno ad uno nella propria auto e fa l’amore con loro
2° Episodio. Roma: Valerio (Vincenzo Crivello), giovane studente, vuole fare una tesi sul poeta. Si presenta a casa sua e gli pone delle domande sull’arte e sul ruolo dell’artista. Il poeta risponde in maniera brusca e diretta alle domande e spara a zero su scrittori e intellettuali. Valerio ritorna il giorno dopo e assiste alla sua rabbiosa reazione di fronte alle recensioni di critici cinematografici che, dalle colonne di quotidiani e riviste, hanno stroncato il suo ultimo film. Valerio, in verità, mira solo a far leggere al poeta il suo romanzo e, pur di raggiungere il suo scopo, è anche disposto ad andare a letto con lui. Il poeta legge lo scritto e lo critica aspramente, Valerio gli risponde per le rime e lo accusa di essere uno scrittore bollito, ormai al tramonto, senza più carica, né mordente.
3° Episodio. Roma. E’ notte e il poeta incontra il giovane Rocco (Mauro Lenares), lo fa salire in auto, lo invita a cena e si allontana con lui in uno spiazzale oscuro. I due fanno scintille e Rocco, dopo essere stato provocato, reagisce picchiando il poeta e…
Aurelio Grimaldi (La discesa di Alì a Floristella, Le buttane, La donna lupo, Rosa Funzeca…) attimge alla sua piece Sputerò su mio padre e dirige con piglio realistico, tre momenti della vita di Pier Paolo Pasolini, (mai nominato) e gli rende omaggio sin dal titolo del film che rimanda, inevitabilmente al suo scritto Petrolio.
Grimaldi vuole mostrare gli aspetti “nascosti” della vita di Pasolini e tende a mostrarlo più come uomo, che come intellettuale e inserisce degli inserti dove il presunto Pasolini discetta su grandi temi come l’amore, la sessualità, l’omosessualità, il socialismo, la Chiesa.
Nel corso dei tre episodi (il primo ambientato in Sicilia, il secondo e il terzo a Roma), il regista lo mostra come un intellettuale isterico e rabbioso che si rivolge agli interlocutori, vomitando un fiume di parole, spesso gergali e scurrili.
Il risultato è un Pasolini intimo e privato (vive con l’anziana madre ed è accudito dalla silenziosa governante), divorato da un autodistruttivo fuoco interiore che lo condurrà a finire tragicamente i suoi giorni.
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