La terza mano (Schizo) di Peter Walker – G.B – 1976 – Durata 120’ – V..M 18

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
La terza mano (Schizo)  di Peter Walker – G.B – 1976 – Durata 120’ – V..M 18
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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William Hanskin (Jack Watson) condannato al manicomio criminale per aver ucciso quindici anni prima Mary, la sua amante, sconta la pena e non appena legge sul giornale la notizia che Samantha Gray (Lynne Frederich) giovane e famosa pattinatrice la figlia di Mary sta per sposare Alan Falconer (John Leyton) il ricco imprenditore parte per Londra ed inizia a gironzolare, pericolosamente, intorno a casa sua. Samantha si sente in pericolo e confessa a Leonard (John Frazer), lo psichiatra che l’ha in cura, i propri timori. Il dottore la rassicura ma è sgozzato mentre è alla guida della propria auto. Cadono sotto i colpi del misterioso assassino Joy (Trisha Mortimer) una giovane medium e la signora Wallace (Queenie Watts) l’affettuosa cameriera di Samantha. Sul finale Haskin è ucciso me emerge un’agghiacciante verità.

Il film si apre con una voce maschile fuori campo, prima dei titoli di testa che afferma:“Schizofrenia, una malattia mentale definita anche come personalità multipla o sdoppiata provoca la perdita di contatto con l’ambiente e l’alternarsi di quadri di comportamento caratterizzati dall’aggressività e da uno stato soggettivo di conflitto.” Nella prima parte del film il regista ci mostra un falso flashback; Mary è a letto con Hanskins e dopo averlo sbeffeggiato, lo accusa di essere un impotente e lui reagisce accoltellandola ripetutamente. Per tutto il film si è spinti a credere a questa versione dei fatti ed a fare il tifo per la giovane protagonista, vittima della follia del maniaco persecutore ma, sul finale il regista svela che la piccola Samantha, dopo aver scoperto la madre a letto con Hanskin, l’aveva accoltellata ferocemente estrema ed aveva  accusato l’uomo dell’omicidio. Da quel giorno la piccola Samantha aveva rimosso quel terribile giorno e vissuto come se mai nulla fosse accaduto. Il regista indugia un po’ troppo nell’orrifico e filma con troppo compiacenza la morte di Joy, uccisa a rasoiate al volto e quella della signora Wallace, infilzata da uno spillone che le trapassa il cranio. Rispetto al criptico e freddo titolo in italiano, quello originale (Schizo) è più diretto e meno confusivo. William Hanskin (Jack Watson) condannato al manicomio criminale per aver ucciso quindici anni prima Mary, la sua amante, sconta la pena e non appena legge sul giornale la notizia che Samantha Gray (Lynne Frederich) giovane e famosa pattinatrice la figlia di Mary sta per sposare Alan Falconer (John Leyton) il ricco imprenditore parte per Londra ed inizia a gironzolare, pericolosamente, intorno a casa sua. Samantha si sente in pericolo e confessa a Leonard (John Frazer), lo psichiatra che l’ha in cura, i propri timori. Il dottore la rassicura ma è sgozzato mentre è alla guida della propria auto. Cadono sotto i colpi del misterioso assassino Joy (Trisha Mortimer) una giovane medium e la signora Wallace (Queenie Watts) l’affettuosa cameriera di Samantha. Sul finale Haskin è ucciso me emerge un’agghiacciante verità. Il film si apre con una voce maschile fuori campo, prima dei titoli di testa che afferma:“Schizofrenia, una malattia mentale definita anche come personalità multipla o sdoppiata provoca la perdita di contatto con l’ambiente e l’alternarsi di quadri di comportamento caratterizzati dall’aggressività e da uno stato soggettivo di conflitto.” Nella prima parte del film il regista ci mostra un falso flashback; Mary è a letto con Hanskins e dopo averlo sbeffeggiato, lo accusa di essere un impotente e lui reagisce accoltellandola ripetutamente. Per tutto il film si è spinti a credere a questa versione dei fatti ed a fare il tifo per la giovane protagonista, vittima della follia del maniaco persecutore ma, sul finale il regista svela che la piccola Samantha, dopo aver scoperto la madre a letto con Hanskin, l’aveva accoltellata ferocemente estrema ed aveva  accusato l’uomo dell’omicidio. Da quel giorno la piccola Samantha aveva rimosso quel terribile giorno e vissuto come se mai nulla fosse accaduto. Il regista indugia un po’ troppo nell’orrifico e filma con troppo compiacenza la morte di Joy, uccisa a rasoiate al volto e quella della signora Wallace, infilzata da uno spillone che le trapassa il cranio. Rispetto al criptico e freddo titolo in italiano, quello originale (Schizo) è più diretto e meno confusivo.

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