New Orleans. Kevin, operatore finanziario, è licenziato.
Qualche tempo dopo entra nell’ufficio dove lavorava, spara agli ex colleghi, ne uccide undici e, poi, si suicida.
Due anni più tardi, Celeste Wood, vedova di Jacob Wood, una delle vittime, fa causa alla società produttrice della pistola usata dall’assassino, colpevole di vendere armi, al pubblico, con estrema facilità.
L’avvocato Wendell Rohr (Dustin Hoffman) assume la difesa della Wood e Rankin Fitch (Gene Hackman), vecchia volpe, difende la ditta produttrice dell’arma.
Come è in uso negli States, Rohr e Fitch selezionano, attentamente, i membri della giuria e decidono chi accettare o ricusare. Rohr è coadiuvato da Lawrence Green (Jeremy Piven), consulente della giuria, psicologo e grafologo; Fitch, invece, si affida a una squadra di esperti che ha già scavato nella vita privata di ogni giurato e conosce, a menadito, gli orientamenti politici e religiosi, vizi e difetti di ognuno di loro
Al fine di assicurarsi il verdetto, Fitch corrompe e ricatta i giurati che avevano un passato non proprio limpido.
Tra i componenti della giura c’è, anche, Nicholas Easter (John Cusack), ex studente di legge, sornione e silenzioso, che non perde una battuta del processo.
Una misteriosa Marlee (Rachel Weisz), intanto, fa il doppio gioco e, in cambio di svariati milioni di dollari, assicura a Rohr e a Fitch di che può manipolare la giuria e assicurare il verdetto a loro favorevole.
A muovere i fili della giuria è, infatti, Easter, suo complice. Rohr, il classico avvocato onesto e idealista, rifiuta la proposta di Marleee. Fitch, invece, avvocato spocchioso e senza scrupoli, temendo di perdere, accetta e versa a Marlee, su una banca delle isole Cayman, quindici milioni di dollari.
Chi, tra i due avvocati, avrà fatto la mossa giusta e si assicurerà la vittoria finale?
Thriller ben dosato, diretto con mano esperta da un regista (Cosa fare a Denver quando sei morto, Il collezionista, Don’t say a word…), abile nel tenere alta la tensione per tutta la durata del film.
Più che assistere alle arringhe dei due esperti e navigati avvocati e puntare sulle loro capacità oratorie per convincere i giurati sulla bontà delle loro argomentazioni, Fleder mostra, in maniera cruda e diretta, come, in barba alla verità, sia possibile negli States, manipolare, ricattare e orientare una giuria, pur di ottenere un verdetto favorevole.
Ispirato al romanzo Runamwy jury di John Grisham, il film è un grido d’allarme contro la corruzione imperante nelle aule dei tribunali, specie, se, sul banco degli imputati sono le potenti multinazionali disposte a tutto pur di continuare a garantirsi i loro profitti. Cusack, Hoffman e Hackman fanno a gara a superarsi.
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