Giovanni Falcone di Giuseppe Ferrara – Italia – 1993

2 Luglio 2025 | Di Ignazio Senatore
Giovanni Falcone di Giuseppe Ferrara – Italia – 1993
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
0

Giovanni Falcone (Michele Placido) è un giudice in prima linea nella lotta contro la mafia che impera in Sicilia. Collaboratore di Rocco Chinnici (Nello Riviè), che istituì un pool antimafia per combattere Cosa Nostra, è al suo fianco fino a che il giudice non fu barbaramente ucciso a Palermo dalla mafia con un’auto imbottita di esplosivi.

Dopo l’uccisione del Generale Dalla Chiesa, Falcone si rende conto sempre più che la Cupola, composta dalle famiglie dei Corleonesi, dei Greco, dei Riina e dei Salvo, ha stretto dei forti legami con i politici locali e, tra questi, Ciancimino, sindaco di Palermo, e l’onorevole Lima, legati entrambi alla Democrazia Cristiana.

Tommaso Buscetta (Gianni Musy), il grande pentito dalla mafia, conferma a Falcone l’intesa tra mafia e politica. Divenuto sempre più scomodo, Falcone è trasferito al Ministero, in qualità di Direttore generale per gli affari penali e, in intesa con i giudici Paolo Borsellino (Giancarlo Giannini) e Antonino Caponnetto (Arnaldo Ninchi) continua a indagare.

La mafia decide la sua morte e Falcone, la moglie Francesca (Anna Bonaiuto) e gli uomini della scorta sono uccisi il 23 maggio 1992 con una potente carica di esplosivo sull’autostrada di Capaci.

Anche Paolo Borsellino, qualche mese dopo, rimane vittima della ferocia mafiosa, ucciso in Via D’Amelio, per l’esplosione di un auto bomba, assieme alla sua scorta.

Giuseppe Ferrara (Il caso Moro, I banchieri di Dio…) narra la vita di Giovanni Falcone, a partire del 1981, fino alla sua morte, e adotta uno stile dal taglio documentaristico.

Il regista toscano inserisce dei materiali di repertorio, alcune scene dei film da lui stesso diretti (Il sasso in bocca e Cento giorni a Palermo) e, per ricordare che la morte incombe sul coraggioso magistrato, delle breve sequenze de Il settimo sigillo di Bergman.

La narrazione è scolastica e retorica, ma ha il pregio di mostrare come Falcone, sin dalle prime battute, si batte non solo contro i mafiosi e i politici corrotti, ma deve superare le resistenze di colleghi che avrebbero dovuto battersi al suo fianco per sconfiggere la mafia.

Cifre stilistiche a parte, resta uno dei capisaldi del cinema italico d’impegno civile.

Per un approfondimento sul tema, si rimanda al volume “Ciak! Magistrati e avvocati al cinema di Ignazio Senatore, edito da La Valle del Tempo.

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi