Anno 1610. Dopo essere fuggito da Malta a Siracusa, da Messina a Napoli, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Nigel Terry), ormai agonizzante, è disteso in un letto all’interno di una casa a Porto Ercole.
Ad assisterlo il fedele servo muto Jerusalemme (Spencer Leigh). In flashback il pittore rivive alcuni degli eventi più significativi della sua dissipata esistenza.
Da giovane (Dexter Fletcher), dopo essersi ritratto come Bacco, si stabilisce a Roma dove vive dipingendo, prostituendosi e, girando con un coltello in tasca sul quale è incisa la scritta: “Nessuna speranza, nessuna paura”.
Si ammala, e riceve in ospedale la visita del cardinale Francesco Maria Del Monte (Michael Gough), che lo prende sotto la sua protezione.
Passano gli anni e Caravaggio, in una bettola, s’imbatte in Ranuccio (Sean Bean) e, rapito dalla sua bellezza, lo immortala ne “Il martirio di San Matteo”. In breve tempo Caravaggio si lega anche con la prostituta Lena (Tilda Swinton), compagna di Ranuccio, dando vita ad una relazione a tre.
Il pittore continua a dipingere soggetti religiosi e sceglie come modelli gente di strada e prostitute. Lena, Ranuccio e Caravaggio partecipano ad una festa; Lena seduce il potente cardinale Scipione Borghese, nipote del papa e ne rimane incinta ma, qualche tempo dopo, é trovata morta, annegata nelle acque del Tevere.
Sconvolto dal dolore, Caravaggio la prende come modella per La morte della Vergine. Ranuccio accusato del delitto, è arrestato. In cambio di un quadro donato al Papa, Caravaggio ottiene la liberazione di Ranuccio ma, quando questi gli confessa di aver ucciso Lena….
Con una serie di “tableaux vivant”, Jarman (Sebastiane,Wittgenstein, Blue…) mostra i dipinti caravaggeschi, riproducendo fedelmente i colori, i fondali scuri, i contrasti di luce.
La sua ricerca è così meticolosa che, perfino gli attori impegnati nel film, somigliano come delle gocce d’acqua ai personaggi raffigurati nelle opere del grande pittore lombardo.
Dato il carattere rissoso ed esplosivo di Caravaggio, Jarman avrebbe potuto mostrarlo mentre litiga nelle taverne o saltelli da una prostituta all’altra, ma, intelligentemente il regista americano non confeziona una pellicola romanzesca ed, attento a mostrare più l’artista che l’uomo, concentra la sua attenzione sulla genesi e la creazione dei suoi dipinti.
I rapporti conflittuali del pittore con i potenti della Chiesa sono lasciati sullo sfondo, come la sua bisessualità. Per evitare di scadere nel calligrafico, Jarman inserisce delle bizzarre incursioni nel mondo contemporaneo e mostra Caravaggio che fuma sigarette e lascia che sullo schermo compaiono una macchina da scrivere e si ascoltano, in sottofondo, della musica jazz, i rumori di un treno e i commenti di una radiocronaca sportiva.
Il film è girato tutto in interni e in special modo nella spoglia e disadorna bottega dove il Maestro dipinge le sue opere visionarie. Il regista ricorre spesso della voce fuori campo dell’artista che, dal letto di morte, ricorda gli eventi passati e s’affida a dei convincenti Nigel Terry, Tilda Swinton e Sean Bean.
Magnifica la fotografia di Gabriel Beristain. Da segnalare gli altri film dedicati al pittore: Caravaggio il pittore maledetto di Goffredo Alessandrini (1941) e uno degli episodi de Un milione di giorni di Manuel Giliberti..
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