Le amanti del mostro di Sergio Garrone – Italia – 1974

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Anna Rassimov (Katia Christine) dopo anni di assenza, ritorna al castello del padre defunto, in compagnia di Alex (Klaus Kinski) il marito, un medico affetto da anni di una grave forma di impotenza.

In quell’oasi di silenzio, Alex spera di ritrovare se stesso e, per caso, scopre un vecchio manoscritto del suocero, che riporta i suoi studi sull’elettricità del corpo umano e che potrebbero aprire la strada sui misteri della vita e della morte.

Alex inizia a sperimentare su se stesso delle strane pozioni ma, vittima degli effetti legati alla sperimentazione, è spinto, come in uno stato di trance, a compiere, nelle campagne circostanti, una serie di omicidi.

In un crescendo di follia, ingelosito dal comportamento di Anna, fin troppo sensibile alla corte di Igor, un dottore locale, la uccide. Nel finale, logorato dalla follia, prova a evitare che un vagabondo innocente, giudicato colpevole dei delitti  venga impiccato al posto suo, è freddato da dei colpi di fucile.

Con questa storica che, fa il verso a “Il dottor Jekyll e Mr Hyde” di Stevenson, Garrone dirige lo stesso cast e utilizza la stessa ambientazione gotica del film La mano che nutre la morte, girato nello stesso anno, come questo tra l’Italia e la Turchia.  

Fedele agli stilemi del genere, il regista fa ricorso a dei corridoi bui, a delle stanze segrete, a dei candelabri che illuminano le stanze immerse nell’oscurità.  

Nel complesso, la figura di Alex è dolente: dopo aver trascorso le notti, tra provette ed alambicchi, di fatto, si somministra quegli strani intrugli per cercare di curarsi dall’impotenza. Da cineteca le ultime scene con Kinski, truccato. con delle pesanti occhiaie che amplificano ancor più la maschera tragica del suo volto. Ottima la colonna sonora.