Toronto. Il dottor Hal Raglan (Oliver Reed) dirige la Clinica Somafree. La sua cura si basa sulla psicoplasmica, una tecnica che stimola il paziente a dar forma alla propria rabbia repressa. Tra i diversi ricoverati Mike, un ragazzo frustrato e succube della figura paterna e Nola Carveth (Samantha Eggar), madre di Candice e moglie di Frank (Art Hindle). Nola è molto disturbata e scarica la propria aggressività repressa, percuotendo la figlia ogni qual volta la piccola va a trovarla in clinica. E mentre Frank cerca di far luce sul passato professionale del dottore, il padre e la madre di Nola vengono barbaramente uccisi da alcune mostruose creature prive di retina, di denti, di ombelico e di organi genitali. Quando toccherà anche a Ruth, la maestra di Candice, Frank intuisce che dietro tutte quelle morti sospette c’è lo zampino del dottore. Ma la verità andrà ben oltre ogni più fervida immaginazione: quelle creature assassine non sono altro che il frutto delle proiezioni della mente malata di Nola.
Prima di essere riconosciuto come uno dei più grandi maestri del cinema contemporaneo, Cronenberg era snobbato da gran parte della critica che lo considerava un cineasta minore. Più che affondare la lama nell’horror, in questa sua terza regia il regista canadese dà spazio allo scavo psicologico dei personaggi. Il film si apre con una seduta che si svolge in una sorta di palcoscenico dove i pazienti, spettatori/attori, assistono alle sedute condotte dal dottore. Raglan inizia a stuzzicare Mike e gli chiede di mettere fuori la propria rabbia contro il padre. Il ragazzo inizialmente non reagisce e lo psichiatra lo incalza e lo deride, chiamandolo prima “femminuccia” e poi Michelle. Ma la successiva reazione del paziente lascerà senza respiro: Mike aprirà la vestaglia e mostrerà il corpo offeso e martoriato dagli innumerevoli segni di automutilazioni.
La psicoplasmica è una tecnica dal grande impatto spettacolare che si ispira allo psicodramma e attira come una calamita l’attenzione dello spettatore. Lo stesso Raglan, descritto per tutto il film come una creatura luciferina e perversa, sul finale si riscatta, sacrificando la propria vita per salvare Candice dalla furia distruttiva della madre. Nola è invece descritta come una donna, incapace di controllare i propri aspetti distruttivi, vittima di una madre (che la picchiava e di un padre, passivo ed anaffettivo. Il regista David Cronenberg ci offre una prova della sua straordinaria capacità visiva quando ci propone il surreale parto della protagonista e poi le mostruose creature, telecomandate dalla mente malata di Nola, che saltano giù dai lettini per assalire Raglan. Da mozzafiato lo splendido finale, con la macchina da presa che zooma su due gocce sopra le braccia di Candice che la condanneranno (forse) a una terribile esistenza. Oliver Reed, attore maledetto del cinema inglese degli anni Sessanta, piazza ogni tanto qualche ghigno malefico.
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