Equilibrium di Kurt Wimmer – USA – 2003

In un ipotetico futuro gli abitanti del pianeta Libria vivono tranquilli, dimentichi delle guerre e degli omicidi. Tutto merito del Prozium, un farmaco che s’inoculano ogni giorno ad orari prestabiliti, con una pistola, dritto nella giugulare. Immuni da qualsiasi emozione vivono in un universo dove è bandita ogni forma d’espressione artistica. Un gruppo scelto di poliziotti, capitanati da John Preston (Christian Bale), ha il compito di stanare i trasgressori e di distruggere le vestigia del passato che trova lungo il cammino. Dopo l’arresto della moglie per “reato d’emozione”, il suicidio di un collega e la reclusione di Mary (Emily Watson), una giovane ribelle, John va in crisi. Prende contatto con un gruppo di terroristi, uccide il diabolico dittatore, distrugge la fabbrica del Prozium e libera il pianeta.

Il regista strizza l’occhio ai classici (Fahrenheit 451 di François Truffaut, Orwell 1984 di Michael Radford, Brazil di Terry Gillian, Gattaca di Andrei Niccol) e ci offre un’altra desolante rappresentazione di un futuro prossimo venturo. Wimmer sceglie come capolavori simbolo del passato una raccolta di poesie di Yeats, un brano di una sinfonia di Beethoven e La Gioconda di Leonardo bruciata con potenti lanciafiamme da due uomini in una immacolata tuta bianca. Fatta eccezione per alcuni luoghi comuni (il simbolo del potere totalitario è una svastica leggermente modificata, gli abitanti sono vestiti con divise nere o blu, gli edifici sono assolutamente spogli e privi di ogni orpello), il film è inondato da una luce accecante, da una pioggia di pallottole sibilanti e da una sensazione di angoscia spettrale. Peccato che la scrittura filmica sia glaciale e scolastica e che gli attori appaiono ingessati.