Andrea Artusi (Ugo Tognazzi) dirige un’avviata fabbrica di cappelli ed è sposato con una donna bellissima e fedele Maria Grazia (Claudia Cardinale) che tutti gli invidiano.
Una sera, Andrea riceve delle avances da Cristiana (Michèle Girandon), una donna spigliata e disinibita, moglie di un uomo in vista (Josè Luid de Villalonga). I due si danno appuntamento per l’indomani in un albergo frequentato dalle signore bollenti della città.
Cristiana, esperta in tradimenti, gli svela una serie di trucchi e bugie che usa per depistare il marito, insinuando così in lui il dubbio che anche sua moglie possa tradirlo.
Una contravvenzione rilevata in tarda serata all’auto di Maria Grazia – in un luogo frequentato di solito dalle coppiette della città, fornisce ad Andrea la “prova” del tradimento.
Corroso dal dubbio e in preda a incubi sempre più frequenti, la fa pedinare da Belisario (Salvo Randone), suo fido collaboratore. Esasperata, Maria Grazia confessa un inesistente tradimento con Gabriele (Paul Guers), un amico di vecchia data.
Andrea rimane vittima di un incidente d’auto e solo allora comprende che la moglie è sempre stata fedele. Lei però ci ha provato gusto e comincerà a tradirlo con il medico (Philippe Nicaud), accorso al capezzale del maritino.
Il film si chiude con Andrea che chiacchiera felice con Roberto Mariotti (Bernard Blier), marito tradito, mentre Maria Grazia balla e lancia maliziose occhiate ai suoi spasimanti e Andrea, il marito di Graziella.
Antonio Pietrangeli, regista delicato e attento agli affetti e ai sentimenti, confeziona una commedia grottesca e pungente su quella che può essere definita la paura atavica e segreta di ogni marito.
Il finale, caustico e amaro, sembra sottolineare come un coniuge, non potendo essere mai certo della fedeltà dell’altro, finga di credere che il tradimento non esista.
Gli incubi, i sogni a occhi aperti del povero Andrea che immagina le scappatelle della moglie sono filmati con grazia e con un velato senso di ironica tragicità. Tognazzi è al meglio della sua forma e Claudia Cardinale con la sua aria angelica, casta e pura, scatena le fantasie malsane di ogni spettatore.
Nel cast un giovanissimo Lando Buzzanca, nella parte del custode della villa di Artusi, e Gian Maria Volonté, (che al tempo si faceva chiamare John Wells) in quello di un anonimo assessore. Dalla commedia Le cocu magnifique di Fernand Crommelynck del 1921.
Per un approfondimento della filmografia di Ugo Tognazzi si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021)
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