Non sono un’assassina di André Cayatte – Francia – 1965 – Durata 115′

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Un violento incendio scoppia in un bungalow; una donna muore e sua cugina (Dany Carrel) gravemente ustionata, perde del tutto la memoria. Nel corso del ricovero Jeanne (Madeleine Robinson) si prende cura di lei e le svela che il suo nome è Michelle, che sta per ereditare un’immensa fortuna e che assomigliava come una goccia d’acqua a Dominique, la ragazza perita nell’incendio. La donna prova a ricostruire i pezzi del proprio passato, ma è sempre più smarrita e confusa e allora Jeanne le rivela che lei in realtà è Dominique e che insieme avevano eliminato la ricca e capricciosa Michelle per impossessarsi dei suoi averi. L’equilibrio psicologico della ragazza sembra vacillare sempre più al punto che, nell’ultima scena del film, si autodenuncerà al comando di polizia per il presunto omicidio di Michelle.

Thriller d’autore che tiene sospeso lo spettatore per tutta la durata e che si chiude con un enigmatico finale che non svela la vera identità della protagonista. Quando si tratterà di apporre la firma alla sua deposizione, la  ragazza chiederà infatti al poliziotto che ha redatto il verbale: “Con che nome devo firmare?”.

Cayatte mischia bene le carte e l’ingresso in scena di François (Hubert Noël), ex amante di Michelle, e quello di Gabriel (Jean Gaven), ex fidanzato di Dominique, spingono lo spettatore a credere che la protagonista sia Michelle. Ma all’opposto, con le rivelazioni di Jeanne e successivamente quelle di Serge (Francis Nanni) il regista ci induce a credere che dietro l’incerta e confusa protagonista si celi la diabolica Dominique. Girato con una pulizia formale senza eguali, il film è un piccolo gioiellino che si avvale dell’intensa interpretazione di Dany Carrel, brava nel calarsi sia nei panni dell’irrequieta e viziata Michelle sia in quelli della perfida e calcolatrice Dominique. Dal romanzo Piège pour cendrillon di Sebastien Japrisot.