Passi nella notte di William Castle – USA- 1964

15 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore
Passi nella notte di William Castle – USA-  1964
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Irene (Barbara Stanwych) quando sogna si rivolge ad alta voce a un uomo che sembra essere il suo amante.

Howard (Hayden Rorke), l’anziano marito, è uno scienziato cieco, ossessionato dall’idea che lei lo tradisca con Barry (Robert Taylor), l’avvocato di famiglia.

Dopo aver costruito un impianto che registra quanto lei ripete nel sogno, Howard assolda un detective privato.

Ma nel corso di un esperimento, salta in aria con il laboratorio e Irene eredita un bel gruzzoletto.

Ed è proprio allora che l’uomo dei suoi sogni (Lloyd Bochner) si materializza davanti ai suoi occhi e le chiede, sempre con maggiore insistenza, di uscire con lui.

Irene è confusa, anche perché il fantasma del marito la perseguita. Incapace di distinguere tra sogno e realtà, chiede aiuto a Barry.

Scoprirà che era tutta una messinscena ordita dal cinico e spregiudicato avvocato per intascare i suoi soldi.

Nonostante la struttura narrativa ricalchi altri film, l’idea del regista di aver concretizzato i sogni della protagonista è talmente originale che lo spettatore non può non provare un certo turbamento e una sensazione di grande inquietudine quando scopre che l’uomo dei sogni si è materializzato in carne e ossa davanti agli occhi di Irene.

Nel corso del film Castle si lascia prendere un po’ la mano e gli incubi della protagonista (su tutti, quelli che mostrano un suo ipotetico matrimonio con l’uomo dei sogni, celebrato da un sacerdote-manichino e con gli invitati che sembrano appena usciti dal museo delle cere), sempre sospesi tra l’onirico e il reale, perdono la loro forza espressiva e sembrano utilizzati un po’ troppo meccanicamente, per riempire una narrazione troppo artificiosa, confusa e traballante.

Peccato che la trama si annodi spesso su se stessa e che il mistero venga svelato in un finale troppo affrettato.

Non manca nel complesso qualche piccolo brivido (lo sceneggiatore del film è Robert Bloch, l’autore di Psycho) e qualche tocco di grande cinema.

Da segnalare il bellissimo bianco e nero e lo straordinario incipit: delle inquietanti figure (occhi, volti di donna, corpi che precipitano dall’alto, teschi) si stagliano sullo sfondo nero.

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