Istituto americano di ricerche psichiche. Ritornato dopo sette anni di ricerche in Tibet, il dottor Quintiss Ratclett (Val Dufour) comunica a un suo anziano collega di voler sperimentare le nuove conoscenze acquisite. A questo scopo ha convinto Diana (Pamela Duncan), una prostituta, a sottoporsi a un trattamento ipnotico che la riporterà indietro nel tempo, fino alle sue vite precedenti. Nel corso della seduta, la donna regredisce fino al Medio Evo e scopre che al tempo si chiamava Helen ed era stata accusata di essere una strega e che l’indomani sarebbe stata decapitata. Grazie a un sortilegio a opera di Meg Maud, una strega dal cuore d’oro, Helen viene liberata. Ma Livia (Allison Hayes), una strega senza scrupoli segretamente innamorata di Pendragon (Richard Garland), il compagno di Helen, trama alle spalle di lei. Ratclett comprende che la donna è in pericolo di vita e allora, con l’aiuto del collega, si autoipnotizza e ritorna indietro nel tempo per aiutarla. Ma tutto è inutile: se Helen vivrà, modificherà il suo destino e non potrà più reincarnarsi in vite future. Dopo alcuni tentennamenti, Helen decide di morire. Al risveglio, Diana si sente rinata e liberata da un indicibile senso di oppressione. Ratclett invece, vittima di un sortilegio del demonio, resterà intrappolato nella vita precedente.
“Voglio penetrare i meandri della mente. Questa non è follia. L’ho visto fare da uno sciamano”. È quanto afferma Quintiss Ratclett al collega psichiatra nelle primissime battute. L’ipnosi è utilizzata da Corman come mero pretesto narrativo, diventa solo un espediente tecnico per permettere a Diana di poter regredire a vite passate. La pellicola in fondo non è altro che una lunghissima seduta ipnotica che culmina nella geniale intuizione di Corman di spingere lo stesso Ratclett a ritornare indietro nel tempo per soccorrere Diana. In questa originale incursione nel fantastico e nel fiabesco, non possono mancare le divertenti e fugaci apparizioni/sparizioni di spiritelli maligni, di streghe e di nani che si trasformano in pipistrelli, gli immancabili cimiteri avvolti nella nebbia, uno scalcinato becchino privo di senno e il demonio che appare, con tanto di forcone, all’inizio e alla fine del film.
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