Il dottor Lerry Angelo (Pierce Brosnam), convinto che la realtà virtuale sia la nuova frontiera della mente, sta sperimentando su uno scimpanzè questa nuova tecnologia, associandola a delle droghe. L’animale diventa sempre più aggressivo, impazzisce ed è abbattuto. Il progetto, ritenuto troppo rischioso dalla Cybertech Research Labs, viene accantonato, ma Lerry non si dà per vinto e dopo aver apportato qualche modifica al protocollo, usa come cavia Jobbe (Jeff Fahey), un ragazzo ritardato, docile e passivo, che guadagna qualche spicciolo lavorando come tagliaerba. Armato di speciali guanti e di una cuffia supertecnologica Jobbe inizia a sperimentare giochi virtuali che gli migliorano, giorno dopo giorno, l’intelligenza. Il ragazzo acquista sempre più fiducia nei propri mezzi e inizia a reagire agli scherzi stupidi di Jake (John Laughlin), un bulletto che lavora in una pompa di benzina e alle punizioni di padre McKenna, un prete disturbato che lo frusta con una cinghia per il suo scarso interesse alla preghiera. La capacità d’apprendimento di Jobbe supera ogni più rosea aspettativa al punto che sviluppa capacità telecinetiche e di lettura del pensiero. Il dottor Angelo scopre che un paio di dirigenti senza scrupoli della Cybertech Research Labs hanno somministrato a Jobbe sostanze psicoattive particolarmente dannose. Diventato una sorta di angelo sterminatore, Jobbe uccide prima padre McKenna, trasformandolo in una pira umana, poi strangola Jake e successivamente fa strage del personale di vigilanza della Cybertech Research Labs che vuole eliminarlo. In pieno delirio d’onnipotenza e convinto di essere il nuovo dominatore della Terra, mieterà decine di vittime. Ma Lerry lo fermerà, facendolo esplodere insieme con il laboratorio dove venivano effettuate le ricerche.
Pellicola che al tempo fece strabuzzare gli occhi per gli effetti speciali e per le numerose scene di computer grafica inserite, ma che oggi appare fortemente datata, troppo fredda, controllata e incapace di trasmettere particolari emozioni. Il film si apre con un incubo del dottor Angelo – descritto come il classico ricercatore che viene lasciato dalla moglie Caroline (Caroline Coffey) perché totalmente immerso nel suo lavoro – ma poi, abbandonata la narrazione sognante, si trasforma in un gigantesco videogioco. Da salvare solo la scena del sesso virtuale tra Jobbe e una bionda tutta curve. Dal racconto A volte ritornano di Stephen King.
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