Uno dei segreti del successo del cinema fantascientifico risiede nel liberare l’inconscio dello spettatore perché possa proiettare, in un futuro lontano, le proprie ataviche paure relative alla morte, al temuto predominio delle macchine sugli uomini ed agli eventuali cataclismi che potrebbero distruggere la Terra…Le contiene tutte questa “arida” pellicola, ambientata nel 2044. Sulla Terra, ormai desertificata, gli uomini vivono al fianco di robot, i Pilgrim, usati come schiavi. Jacq Vaucan (Antonio Banderas), assicuratore di una società di robotica, scopre che, contrariamente a leggi e protocolli, alcuni robot, acquisiti una propria coscienza, si sono evoluti e si ribellano agli ordini degli umani.
Il regista spagnolo Gabe Ibanèz riprende i codici del poliziesco e nella prima parte, s’ispira visivamente a Blade runner. Nella seconda, più asfittica e confusa, cerca linfa, ammassando troppi colpi di scena. Al fianco di Banderas, rapato a zero, un’irriconoscibile e super liftata Melanie Griffith.
Recensione pubblicata su Segno Cinema N. 195 – Settembre – Ottobre 2015
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