A mia madre piacciono le donne di Inés París, Daniela Fejerman – Spagna – 2002

23 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
A mia madre piacciono le donne di Inés París, Daniela Fejerman – Spagna – 2002
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Nel giorno del sessantesimo compleanno, Sofia (Rosa Maria Sardà), una famosa pianista, separata dal marito, presenta alle tre figlie Elvira (Leonor Waitling), Jimena (María Pujalte) e Sol (Silvia Abascal), Eliska (Eliska Sirová), giovane amante e concertista praghese.

Le ragazze accusano il colpo ma la più sconvolta di tutte è Elvira, impiegata in una piccola casa editrice, e in cura da Ernesto (Aitor Mazo), uno psicoanalista nevrotico e pasticcione.

Per aiutare economicamente Eliska, Sofia finisce al verde e, nelle figlie si rinforza l’idea che l’amante della madre sia sola un’avventuriera.

Le tre sorelle tentano in tutti i modi di ostacolare la loro love-story e studiano un piano per sbarazzarsi di Eliska che, dopo una serie di colpi di scena, litiga con Sofia e la lascia.

Sofia sprofonda nella depressione e, solo allora, le figlie comprendono che la madre è profondamente legata a Eliska.

Nell’happy end, Sofia ed Eliska si riconciliano, Elvira conquista Miguel (Chisco Amado), un giovane e affascinante scrittore, trova la forza di ribellarsi al datore di lavoro che la sfruttava e sottopagava, e manda al diavolo il seduttivo e poco professionale Ernesto

Commedia brillante e divertente, completamente declinata al femminile, che non scivola mai nel banale e nel cattivo gusto.

La vicenda ruota sul tema originale di una madre che, in tarda età, scopre di essere lesbica, e manda in tilt le fragili e smarrite figliole.

Le registe si tengono lontane da falsi e bigotti moralismi e, con garbo e leggerezza, sottolineano che l’amore non ha età e non fa distinzione di sesso.

Come in ogni commedia che si rispetti, lo scavo psicologico è disertato e, nel corso della vicenda, le registe più che regalare a Sofia commenti e riflessioni sulle ragioni della sua scelta saffica giocano tutto sullo sconcerto e la sorpresa delle tre ragazze che, senza battere ciglio, prendono atto del mutato orientamento sessuale della madre, lo metabolizzano e, sul finale, fanno di tutto perché si riconcili con l’amata.

Le registe non puntano né allo scandalo, né alla trasgressione, e impaginano una pellicola pudica dove gli incontri erotici tra le due amanti sono tenuti rigorosamente off.

Non mancano i colpi di scena. Ernesto è uno psicoanalista che sembra in grado di contenere le ansie di Elvira, ossessionata dal timore di diventare lesbica come la madre, ma, nel corso della seduta, le si avvicina, l’abbraccia e inizia a palparle, goffamente, il seno.

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