Acqua scura (Honogurai mizu no soko kara) di Hideo Nakata – Giappone – 2002 – Durata 101’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Dopo il divorzio, Yoshimi Matsubara (Hitomi Kuroki) va a vivere con la figlioletta Ikuko (Rio Kanno) una deliziosa bambina di sei anni, nell’appartamento 305 al terzo piano di uno scalcinato e decadente palazzo di periferia. L’ex marito le sta addosso e cerca in tutti i modi di ottenere l’affidamento della bambina ma Yoshimi riesce a trovare un nuovo impiego in una casa editrice ed a garantire alla piccola Ikuko la necessaria stabilità economica.. Tutto sembra filare liscio; peccato che dal soffitto dell’appartamento preso in affitto sgocciola dell’acqua. Yoshimi, che in passato aveva avuto dei problemi psichiatrici, interpella, inutilmente, il portiere e poi l’amministratore del palazzo. La macchia si espande sempre più e dal piano superiore, disabitato, provengono insistentemente dei rumori sospetti. Yoshimi è risucchiata in un gorgo che la spingerà sull’orlo della follia.

Pellicola carica di silenzi dove, un’innocente macchia d’umidità sul soffitto, diventa il presagio di una catastrofe che coinvolge Yoshimi e la piccola Ikuko. Sin dalle prime inquadrature l’intero fabbricato dimesso, disadorno e disabitato assume i caratteri di un luogo spettrale e le pozze d’acqua che invadono stanze, terrazze e corridoi rimandano metaforicamente allo scompagimento della mente della protagonista. Il fantasma di una bambina scomparsa misteriosamente due anni prima e la sua borsettina rossa che sembrano spuntare dal nulla accrescono ancor più l’angoscia che pervade il film. Nakata non punta all’horror, non cede a scene sanguinolente ma immerge la pellicola in una profonda e desolante melanconia. La traduzione letteraria del titolo è “Dal profondo dell’acqua torbida”. Dal romanzo di Koji Suzuki. Nel 2005 Walter Salles ha girato un remake dal titolo Dark water.