Adam di Max Mayer – USA – 2009 – Durata 99′

14 Luglio 2022 | Di Ignazio Senatore

Adam (Hugh Dancy), affetto dalla sindrome di Asperger, è un giovane ingegnere elettronico e realizza giocattoli per una fabbrica. Grande appassionato di astronomia, alla morte del padre, sembra cadere a pezzi, ma l’incontro con Beth (Rose Byrne), una deliziosa insegnante di scuola materna e scrittrice di libri per bambini, appena trasferitasi nel suo stesso palazzo, gli ridona fiducia ed energie. I due si frequentano e tra loro scatta del tenero. Ma Adam è licenziato, non riesce a relazionarsi con gli amici di Beth e, soprattutto, non è in grado di comunicarle quello che sente emotivamente. Marthy (Peter Gallagher), il padre di Beth, è arrestato per dei guai giudiziari e, prima di finire in gattabuia, mette in guardia la figlia. Beth lo rintuzza e afferma che uno come Adam può anche sposarsi e mettere su famiglia, ma lui insiste e l’invita a guardare in faccia la realtà. Ad Adam offrono la possibilità di lavorare per un osservatorio astronomico e deve trasferirsi in un’altra città. Beth gli promette di mollare tutto e seguirlo, ma …

Mayer ambienta la vicenda in una New York autunnale e prevalentemente notturna e predilige una narrazione che si svolge in interni e in special modo nella casa di Adam.

Il passo è quello della romantica (e non sdolcinata) favola metropolitana e il regista, con leggerezza, narra l’amore tra due personaggi che sprizzano tenerezza da tutti i pori. Da un lato lo smarrito e spaesato Adam, fine conoscitore dell’astronomia e delle distanza di stelle e pianeti, ma incapace di cogliere emotivamente quello che accade sotto il proprio naso e dall’altro la graziosa maestrina che si trova a fare i conti con due figure maschili agli antipodi; da un lato un padre imbroglione ed arrivista e dall’altro Adam, un ventinovenne infantile dall’animo candido e puro. Il film procede in maniera lineare ed il regista disertati colpi di scena ad effetto e soluzioni liquorose, arricchisce la narrazione con le riflessioni di Adam sulla lontananza tra gli esseri umani ed il cosmo, (metafora della malattia di cui è affetto) e l’addolcisce con le citazioni tratte da Il Piccolo principe di Saint Exupery.

In un cinema  soffocato ormai da tempo da storie sempre più perverse, sordide e malsane, il film d’esordio del regista americano ci sorprende per la sua assoluta freschezza e candore. Mayers non impagina una stupida e banale commedia sentimentale ma pone al centro della narrazione il disagio di un eterno adolescente, timido, impacciato, incapace di intessere delle significative relazioni affettive e di intercettare le emozioni di chi gli sta accanto. Appassionato di astrofisica, legatissimo al planetario che ha in camera, grazie alla sua disarmante ingenuità, farà breccia nel cuore di Beth, spirito da crocerossina, sensibile ed altruista che, nel finale, dopo aver scoperto che l’adorato padre (Peter Gallagher) era solo un corrotto arrivista, comprende che Adam, rinchiuso nel proprio guscio autistico, non potrà mai riempirle il cuore. Colonna sonora in stile Simon & Garfunkel.Vincitore del Sundance Film Festival 2009.

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