Alexandra’s project di Rolf de Heer – Australia – 2003 – Durata 100’ – V.M 14

19 Febbraio 2021 | Di Ignazio Senatore
Alexandra’s project  di Rolf de Heer – Australia – 2003 – Durata 100’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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E’ il giorno del compleanno di Steve (Gary Sweet) ed al lavoro la segretaria ed i colleghi gli lasciano intendere che la moglie Alexandra (Helen Buday) ed i due figli Emma e Sam gli hanno preparato una bella sorpresa. Steve non vede l’ora di gustarsela ed, al termine della giornata di lavoro, con il sorriso stampato sulle labbra, si dirige verso casa. Ma nel suo appartamento le luci sono spente e non c’è anima viva. Divertito, immagina che si tratti di uno scherzo, e, dopo aver atteso per qualche minuto, nota una videocassetta che reca una dedica per lui ed una scritta: “Guardami”. Incuriosito, si siede in poltrona ed inizia a gustarsi il video dove compaiono la moglie ed i bambini che gli fanno gli auguri. Poco dopo Alexandra congeda i piccoli e rivolgendosi al marito inizia ad esibirsi in un timido streap-tease. All’improvviso si blocca ed inizia a piangere e a disperarsi. I toni della confessione diventano sempre più dolenti e toccanti al punto che si punta una pistola (scarica) alla tempia e preme il grilletto. Dopo averlo accusato di essere una persona arida affettivamente, egoista ed insensibile, Alexandra gli rinfaccia le sue perversioni sessuali, le sue frequenti scappatelle ed il suo malsano bisogno di pianificarle la vita. In un crescendo sempre più sadico e malsano gli vomita addosso il proprio incontenibile odio, lasciandogli credere di avere un cancro al seno e che per sopravvivere dovrà essere sottoposta ad una mastectomia bilaterale. Non paga, prova a farsi un piercing ad un capezzolo e successivamente, dopo avergli confessato di essersi prostituita in tutti quegli anni, si lascia riprendere mentre fa l’amore con Bill (Bogdan Koca), il vicino di casa.  Disgustato e carico di rabbia, Steve spegne il video e prova ad uscire dall’appartamento,  ma scopre che la diabolica moglie ha blindato balconi e finestre, staccato la linea telefonica e bloccato la porta d’ingresso. Un finale amaro chiude la vicenda.

Girato in maniera scarna ed essenziale e con un taglio quasi documentaristico, il film mette in scena le macerie di un matrimonio sfaldato da tempo. De Heer sceglie l’iperbole e dilata al massimo la vicenda, filmandola, dalla prima all’ultima scena in uno spazio chiuso; la stanza dove Steve guarda il video e quella (speculare) che fa da sfondo alle farneticazioni di Alexandra. Nel corso della confessione shock, spiega al marito le ragioni che l’hanno indotta a girare quel video. La vicenda claustrofobica e disturbante mette in scena la  vendetta di una donna, corrosa, giorno dopo giorno, dall’odio che nutre nei confronti del marito. Inizialmente le sue dolenti confessioni sorprendono e incatenano, ma con lo scorrere dei fotogrammi l’effetto dirompente svanisce ed il malsano rancore di Alexandra verso il marito finisce per diventare troppo artificioso e cerebrale. Nel complesso il film diventa sovraccarico, fino a trasformarsi in un noioso e  didascalico esercizio di stile.

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