Quale deve essere oggi il ruolo della politica, della sinistra e degli intellettuali?
A questi complessi interrogativi prova a rispondere l’elegante film di Nicolas Pariser. Al centro della narrazione Alice (Anaïs Demoustier), una filosofa trentenne, assunta da Paul Théraneau (Fabrice Luchini), sindaco socialista di Lione, che dopo trent’anni di vita politica, è in crisi, perché è “a corto di idee”.
Lei lo osserva, prende appunti e i due si scambiano fugaci opinioni sugli scritti di Orwell e Rousseau. Intanto bisogna organizzare i 2500 della città di Lione e il comitato organizzativo è presieduto da un ampolloso intellettuale.
Più che una vicenda che ruota intorno al solito politico cialtrone, arrivista o imbroglione, il regista parigino ci mostra Paul, un uomo solo e senza amici, discretamente colto, che ha sacrificato la vita per la politica.
L’incontro con Alice gli ridona fiducia, gli restituisce certezze e in lui s’accende, nuovamente, lo slancio per lottare contro la dittatura della finanza e del capitalismo. Ma….
Un film ricco di dialoghi calibrati sulla vanità (e vacuità?) della politica, che conferma l’impossibile incontro tra intellettuali e politici che diffidano gli uni degli altri.
Sul gustoso finale, Alice regalerà (non a caso) al maturo e distaccato Paul, Bartleby lo scrivano di Melville. Demoustier e Luchini, a dir poco, deliziosi.
Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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