Allucinazione perversa di Adrian Lyne -USA – 1990

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Jacob Singer (Tim Robbins) laureato in filosofia, cerca di incollare a fatica i cocci della sua vita. e con un matrimonio fallito alle spalle sbarca il lunario facendo il postino. Reduce del Vietnam è tormentato da incubi terrificanti e da continui flashback che lo portano a rivivere gli orrori della guerra. Un auto lanciata a folle velocità cerca di investirlo e alcuni ex commilitoni muoiono in maniera sospetta. Jacob inizia a indagare e, grazie alle rivelazioni di un chimico, scopre la verità: il dottor Carson, uno psichiatra responsabile di un progetto governativo, aveva somministrato in Vietnam ad alcuni soldati il BZ, una sostanza allucinogena che amplificava i loro aspetti aggressivi. L’effetto di quel farmaco era risultato così devastante che gli stessi soldati, dopo aver sterminato una guarnigione di vietcong, si erano sbranati tra loro. Le allucinazioni di cui erano affetti, a distanza di anni, i sopravvissuti di quel battaglione, non erano altro che le conseguenze di quella atroce sperimentazione.

Lyne vuole proporci il viaggio all’inferno di Jacob, uno dei tanti reduci del Vietnam con la mente in disordine e un passato atroce da dimenticare, ma confeziona una pellicola priva di spessore, dal vago sapore drammatico e antimilitarista, condita da troppi elementi horror: esseri putrescenti, pipistrelli dalle grandi ali, creature bizzarre e mostruose, pavimenti lastricati di sangue. Una fugace incursione nel poliziesco (l’auto di Paul, un commilitone che soffre delle stesse allucinazioni di Jacob che salta in aria ed un paio di morti misteriose) non bastano ad innalzare la tensione. Tim Robbins ciondola per tutto il film con il suo faccino tenero e sconsolato; fortuna che può contare su Louis (Danny Aiello) un suo amico fisioterapista.