New York. Holly Gooding (Drew Barrymore) pugnala a morte la sua giovane madre. Sei mesi dopo si trasferisce a Los Angeles e va a vivere a casa di Patrick (George Newbern) un promettente scrittore. Holly racconta a Patrick che un suo doppio si aggira per la città ed è responsabile della morte della madre. Per il dottor Heller (Dennis Christopher), lo psichiatra che l’ha in cura, Holly è invece una ragazza malata, affetta da personalità multipla. Anche la polizia non crede alla versione della giovane e le sta alle calcagna. Una serie di colpi di scena si susseguono fino all’epilogo finale: il dottor Heller, segretamente innamorato di Holly, le aveva suggerito di uccidere la madre, una donna che voleva impossessarsi dei suoi beni e successivamente per averla tutta per sé, aveva simulato la presenza di un suo doppio per spaventare Patrick e indurlo a lasciarla.
Nesher confeziona una pellicola mediocre, con una vicenda contorta che si avviluppa inutilmente su se stessa. Per rendere più torbida la trama, Nesher accenna alle violenze sessuali di Holly da parte del padre e l’uccisione del fratello della protagonista ricoverato da anni in una clinica psichiatrica. Un paio di scene, in salsa horror, restano però impresse nella memoria: quando Holly fa la doccia e il suo corpo è inondato da una cascata di sangue rosso rutilante e successivamente quando sogna di essere crocefissa al muro e si ritrova con le mani insanguinate. Orripilante e disgustosa la creatura in cui si trasforma sul finale del film la giovane protagonista.
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