Carlo (Gianni Macchia) giovane studente contestatore universitario, è il ragazzo di Elena (Micaela Pignatelli), figlia del ricco industriale Soriani (Gary Merrill). Un giorno incontra Anna (Susan Scott). addetta alle pubbliche relazioni dell’azienda di Soriani e intreccia con lei una tempestosa relazione. Ma lei è l’amante di Soriani; Carlo lo scopre e lei, per riconquistarlo, abbandona il vecchio magnate, cambia stile di vita e si guadagna da vivere facendo delle sporadiche traduzioni. Ma Carlo deve frequentare l’università e, per permettergli un certo tenore di vita Anna inizia a prostituirsi. Il fratello di Carlo la scopre e lei, per farsi da parte, si fa trovare a letto con Soriani. Carlo abbandona la contestazione e la lotta di classe, sposa Elena e, dopo la laurea, inizia a lavorare alle dipendenze di Soriani. Anna è sola e si lascia stordire dagli stupefacenti, ma quando Carlo conosce la verità, sarà lei a non voler più tornare con lui.
Con questo dramma incolore Di Leo cerca di replicare il successo di Brucia ragazzo brucia ma la pellicola è sbilenca ed infarcita di citazioni prese a prestito da Shelley e Marcuse. L’intreccio non funziona e non regge la scelta di Anna di infilarsi nelle lenzuola per mantenere agli studi il suo bel innamorato. Da incorniciare, però, questo breve scambio tra Lucio (Lucio Dalla) ed una giunonica bionda: “Sei sessuofobica? Hai mai letto Wilheim Reich?. L’hai letta La rivoluzione sessuale?”. La bionda lo guarda negli occhi e poi lo fulmina con un secco: “L’ho fatta!” Rieditato nel 1972 con il titolo Brucia, amore, brucia.
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