Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart – Italia – 2005- Durata 108’

4 Marzo 2020 | Di Ignazio Senatore
Anche libero va bene di  Kim Rossi Stuart – Italia – 2005- Durata 108’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Abbandonato dalla moglie Stefania (Barbora Bobulova), Renato (Kim RossiStuart), tecnico del suono scorbutico e nevrotico, vive con Viola (Marta Nobili) e Tommi (Alessandro Morace) i figli adolescenti. Incapace di controllare i propri scatti di rabbia, Renato si complica la vita, facendosi il vuoto intorno sia sul lavoro che nel mondo esterno ed, a corto di quattrini, cerca di tirare avanti, stringendo sempre più la cinta; fortuna che Viola non ha grilli per la testa e che Tommi, pur sognando di fare da grande il calciatore, è uno scolaro diligente.  Stefania ritorna a casa in lacrime e battendosi il petto e chiede a Renato di accoglierla nuovamente in casa. Scosso e confuso, Renato è spinto a cacciarla via ma, dopo aver convocato una piccola riunione di famiglia, lascia che lei si prenda nuovamente cura dei figli. E quando il sereno sembra risplendere tra le quattro mura domestiche, Stefania abbandona marito e figli.

Abbagliante esordio alla regia di Kim Rossi Stuart che ci regala una storia pulsante, poetica e toccante vista tutta attraverso gli occhi del piccolo Tommi, il vero protagonista della pellicola. Il film è tutto nella scena del ritorno a casa di Stefania quando Renato invita la moglie a giocare a carte scoperte e chiede ai figli di aiutarlo a decidere se riprenderla o cacciarla; Stefania implora i figli di perdonarla, Viola scoppia in un pianto dirotto e chiede al papà di accoglierla in casa, Tommi, non muove un muscolo e resta in silenzio, con lo sguardo rivolto al pavimento. Non appena Viola si allontana con la madre in un’altra stanza, Tommi si rivolge al padre e, rassegnato e sconsolato, gli dice: “Tanto se ne rivà.”.. Ed è proprio in questa sua consapevolezza di non poter contare sull’affetto materno, di non puntare ai suoi abbracci e sulle sue carezze, l’elemento più toccante del film. Precocemente adultizzato, Tommi sembra aver  colto l’amara verità molto meglio della sorella e del padre. Spezzato dentro, nella costante attesa della prossima fuga della madre, non si dispera, non si abbatte, né prova con qualche artificio a legarla a sé. E quando un amico gli dice che ha incontrato sua madre, lui senza scomporsi, gli risponde: “Lei và e viene.”. In un’altra scena simbolo Stefania accompagna Tommi dal dottore che, nel visitarlo, chiede alla madre se il bambino ha avuto le comuni malattie esantematiche. Stefania risponde vagamente e Tommi, la corregge, dicendole: “La varicella ce l’ho avuta ma tu non c’eri.”. Il titolo del film rimanda ad una battuta che il piccolo protagonista scambia con il padre; Tommi frequenta controvoglia la piscina ma, dopo l’ennesimo abbandono della madre, Renato gli permette di iscriversi ad una scuola calcio. E quando gli chiede in che ruolo vuole giocare, suo figlio gli risponde: “A me piace libero”. 

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