Commedia senza troppe pretese, imbarazzante per la povertà dei dialoghi e la mediocrità dell’intreccio narrativo, Mimì, Duca di Trinacria (Tuccio Musumeci) figlio del duca Williams (Philip Leroy) un impenitente dongiovanni che ha dilapidato il patrimonio con le sottane ed il vizio del gioco, non è fidanzato e conduce una vita ritirata. La duchessa Esmeralda (Carmen Scarpitta), una donna ansiogena e possessiva, convinta che il figlio abbia dei problemi della sfera sessuale, si affanna, inutilmente, a trovargli una donna di suo gradimento. Maddalena (Jenny Tamburi), la perfida sorella di Mimì, rimasta vedova, trama alle spalle del fratello affinché, in assenza di un erede il patrimonio familiare sia intestato al figlio. La madre vorrebbe che lui sposi Nunzia, la fida cameriera, il papà vuole un erede per mettere a tacere le malelingue del paese ma Mimì, intuito che i blocchi sessuali che lo attanagliano dipendono dal legame con la madre, una donna che lo tratta ancora come un bambino, si rivolge allora ad una giovane psicoanalista (Carole Andrè) che lo libera dalle sue inibizioni.
Per un approfondimento sui rapporti tra cinema e psiche si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Cinema (italiano) e psichiatria), Zephyro Edizioni.
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