Il professor Robert Miles (Patrick Magee), un famoso studioso del paranormale, con sofisticati apparecchi registra di notte in un cimitero le voci dei defunti. Una serie di misteriosi delitti funestano la piccola cittadina; la polizia brancola nel buio e Jill Travers (Mimsy Farmer), un’intraprendente fotografa, intuisce che il mefistofelico professore ipnotizza il proprio gatto nero, inducendolo a commettere gli orrendi omicidi. Scoperto Miles vuole murarla viva ma il diabolico gatto salverà la donna ed ucciderà il professore.
Giallo-horror di buona fattura che ruota intorno alla figura del classico scienziato pazzo, dotato di insoliti poteri, che vuole entrare in contatto con l’aldilà. Figura tragica, Miles riesce dapprima a dominare la mente del gatto, ma poi perde il controllo e ne diventa vittima. Fulci usa un po’ di mestiere e propone ossessivamente un primissimo piano degli occhi dei protagonisti, alternato a quelli del gatto sanguinario. Da cineteca l’incubo che assale Dagmar Lassander, madre di una ragazza assassinata con il suo fidanzatino in apertura del film. Peccato che Fulci faccia ricorso un po’ troppo agli eccessi del genere: il cimitero perennemente avvolto nella nebbia, i crocifissi in fiamme, il vento che ulula alle finestre, il sangue che sgorga copioso dopo l’ennesima zampata del malefico gatto. Liberamente ispirato al racconto The black cat di Edgar Allan Poe.
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