Sul letto di morte, la madre fa giurare alla figlia Rosa Di Maggio (Laura Antonelli) di mantenersi casta e pura fino a quando sarà in vita il papà, Don Antonio (Fernando Rey). Dario, il fratello di Rosa, sposa Lisetta (Gabrielle Lazare) e, con la giovane moglie, non fa altro che amoreggiare, turbando sempre più l’animo della religiosissima Rosa.
Per placare i bollenti spiriti, lei, ancora illibata, si reca sempre più spesso in chiesa e confessa a Don Bottazzi (Enzo Cannavale) che un diavolo, con le sembianze di Fernando (Massimo Ranieri), il cugino, entra nella sua camera da letto per sedurla.
Invano, Don Bottazzi cerca di convincere Don Antonio che Rosa ha bisogno di un uomo, ma lui nicchia perché, non ha nessuna intenzione di perdere una serva come Rosa che si prende cura di lui e lo accudisce.
Fernando ha urgente bisogno di una trentina di milioni per ripianare i debiti, ma Don Antonio si rifiuta di aiutarlo. Fernando non demorde e ronza sempre più spesso intorno a Rosa che, per paura di cedere alla tentazione, decide di farsi suora e donare poi i beni alla Chiesa.
Don Antonio, allora, temendo di rimanere al verde, in combutta con Fernando, decide di allestire una festa in costume, durante la quale Rosa deve perdere la verginità, pregiudicando così per sempre la sua rispettabilità.
Il piano funziona e Fernando intasca i milioni. Rosa apre finalmente gli occhi e, dopo aver dato il benservito al padre, al fratello e a Fernando, abbandona la villa.
Samperi (Grazie zia, La sbandata, Scandalo, Nenè, Fotografando Patrizia…) punta nuovamente su Laura Antonelli, sua attrice feticcio, già diretta in Malizia nel 1973, e l’anno successivo in Peccato veniale, e impagina una commedia amara che, più che strappare sorrisi, mette al centro della narrazione l’infelice Rosa, una donna circondata da un manipolo di persone ciniche che approfittano della sua ingenuità e buona fede.
Fernando, infatti, le fa la corte solo per poter ereditare il ricco patrimonio e Celestino, complice dell’infame patto tra Fernando e Don Antonio, ne approfitta per violentarla.
L’Antonelli carica però un po’ troppo il personaggio, sia quando è in preda ai fremiti sessuali, che quando, malinconicamente, fa la schiava obbediente del severo e arido genitore.
L’unico che comprende il dramma della protagonista è il paterno Don Bottazzi, interpretato da uno sfavillante Cannavale.
Samperi, pur non costeggiando appieno i toni della commedia sexy, lascia che una certa atmosfera morbosa attraversi la vicenda, ambientata ancora una volta in provincia, e aumenta il tasso di erotismo specialmente quando mostra Rosa, tutta fremiti e sussulti, che di notte, sogna di far l’amore con l’amato cugino.
In verità, l’unico a strappare il sorriso è proprio Cannavale, costretto a confessare la casta peccatrice.
Nel cast Vincenzo Crocitti, Riccardo Billi e Elsa Vazzoler. Particina per Valeria Fabrizi che, dopo essere stata diretta da Luigi Comenicini, Antonio Pietrangeli, a partire da Amore mio spogliati… che poi ti spiego! di Fabio Pittoru e Renzo Ragazzi (1975), non ha lesinato delle partecipazioni nelle commedie sexy.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “La commedia sexy alla napoletana Enzo Cannavale, Vittorio Caprioli Carlo Giuffrè”, edito da Il Foglio Letterario – 2024
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