Agnieszka Holland, regista polacca dalle alterne fortune (Il giardino segreto, Poeti dall’inferno…) dirige un film che rimanda alla gloriosa scuola cinematografica sovietica (ambientazioni povere, regia e recitazione asciutte, flashback ben dosati, dialoghi all’osso, impegno politico…) e ambienta la vicenda nella Cecoslovacchia del 1957. Protagonista è Jan Mikolášek (Ivan Trojan), ormai anziano che, dopo aver analizzato in controluce i campioni di urine dei pazienti, diagnostica loro malanni e li cura con dei medicamenti a base di erbe. Religiosissimo, condannato, in qualche modo, a dover mettere il suo dono a servizio dell’umanità, non pensa ad arricchirsi ma a prendersi cura delle migliaia di persone in attesa del suo infallibile verdetto. Suo assistente il fido František Palko, con il quale Jan intreccia una bollente relazione. Ma il vento cambia e, messi alle spalle i regimi nazionalsocialista e comunista che lo osannavano, il nuovo governo lo incastra e lo accusa di essere un ciarlatano. Tratto da una storia vera, il film regala riflessioni e un finale (poetico) e spiazzante.
Recensione pubblicata su Segnocinema- N.237- Settembre-ottobre 2022
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