Christine Cristina di Stefania Sandrelli, Giovanni Soldati – Italia – 2009 – Durata 92’

8 Marzo 2024 | Di Ignazio Senatore

Anno 1400. Rimasta vedova, Cristina da Pizzano (Amanda Sandrelli), figlia di un noto astrologo e madre di due bambini, dopo aver vissuto gli agi della corte di Carlo V, con la scalata al regno di dei Borgogna, è rifiutata dai nobili che frequentava.

Trova ospitalità da Therese (Paola Tiziana Cruciani), vecchia nutrice, sposa di Charleton (Alessandro Haber), un menestrello che, accompagnandosi con il liuto, con i suoi versi dileggia nobili e potenti.

Cristina gli suggerisce delle rime più salaci e metricamente più armoniche e la fama di Chartleon giunge alle orecchie di Gontier (Stefano Molinari), poeta di corte, tronfio e ampolloso, che ironizza sulla bontà di quei versi.

Cristina gli risponde per le rime, lo ridicolizza e, per vendetta Gontier fa arrestare e giustiziare Charleton.

Cristina non demorde, continua a comporre versi e conosce il teologo Gerson (Alessio Boni), che condivide con lei l’amore per la lettura. Dopo aver scritto altre rime, demolite da Gontier,

Cristina lo sfida in un pubblico certamen poetico. Ma Sartorius (Roberto Herlitzka), magnifico reggente accademico di Parigi, pur apprezzando le doti di Cristine, le annuncia che le sue rime sono troppo pericolose per l’ordine costituito e che pertanto perderà la sfida. Cristine allora….

Stefania Sandrelli all’esordio (e alla sua unica regia), affiancata dal compagno nella vita Giovanni Soldati, rispolvera la figura di una misconosciuta poetessa italiana, (1365-1430), vissuta in Francia nel Medio Evo, descritta come un’eroica e anticonformista proto-femminista che lotta contro i potenti, ironizza sulla mollezza dei nobili, sull’oscurantismo del clero e mette alla berlina la vacuità di certi poeti che, nonostante siano mediocri, dominano la scena letteraria.

Le intenzioni sono buone, fortuna che le insufficienti prove attoriali di Amanda Sandrelli ed Alessio Boni siano magnificamente equilibrate dalla presenza di un gigantesco Herlitzka e di uno schioppettate Haber.

Alla messinscena troppo scolastica e alla trama fin troppo esile e priva di slanci, fanno da contro-altare le deliziose poesie in rima, i costumi e l’ambientazione.

 

 

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