Coco avant Chanel – L’amore prima del mito di Anne Fontaine – Francia – 2009 – Durata 111’

7 Febbraio 2025 | Di Ignazio Senatore

Abbandonate dal padre e cresciute in un orfanotrofio, Gabrielle, soprannominata Coco (Audrey Tautou) e la sorella Adrienne (Marie Gillain), lavorano, di giorno, come sarte e la sera si esibiscono come cantanti in un tabarin di provincia.

Coco incontra Étienne Balsan (Benoît Poelvoorde), un nobile, appassionato dei cavalli e amante della bella vita, con il quale imbastisce un’ambivalente e conflittuale relazione.

Lui, infatti, pur essendo attratta da lei, e, trovandola simpatica e irresistibile, non la ritiene adatta al suo rango e quando i suoi amici altolocati sono ospiti della sua villa, relega Coco tra i domestici. Adrienne sta per sposare Mauirice, un giovane barone, e comunica a Coco che si ritirerà dalle scene.

Coco non si dà per vinta e chiede nuovamente ospitalità a Étienne. Spigliata e impertinente, Coco ha sempre pronta una risposta franca e tagliente per tutti e, senza badare ai possibili commenti delle amiche snob di Etienne, da vera anticonformista, cavalca i puledri di Etienne vestita con abiti maschili.

Conosce Emilienne d’Alençon (Emmanuelle Devos), un’attrice spigliata e simpatica, per la quale disegna dei deliziosi e originali cappelli. Sarà poi la volta di Arthur ‘Boy’ Capel (Alessandro Nivola), un uomo d’affari, socio di Étienne, che le rapisce il cuore.

Ma lui è promesso sposo a una ricca inglesina e Coco, orgogliosa e indipendente, dopo aver rifiutato di diventare la moglie di Etienne, si trasferisce a Parigi dove, con il nome d’arte di Coco Chanel, inizia a cucire i cappelli e vestiti per le ricche signore.

Man mano i suoi abiti in jersey, che puntano alla semplicità, e i suoi cappelli sobri e senza piume conquistano il mondo femminile…

Come recita il titolo nell’edizione italiana, la regista lussenburghese (Nathalie…, Chloe – Tra seduzione e inganno, Gemma Bovery…) impagina un biopic, dalla vena sentimentale, e mostra la celebre stilista francese prima che diventi famosa per le sue creazioni di alta moda.

Fontaine s’ispira al romanzo L’irregolare di Edmonde Charles-Roux e, più che descriverla come una protofemminista moderna ed emancipata, mostra Coco come un’anima sensibile, dal cuore romantico, indurita però dall’infanzia vissuta in orfanatrofio.

Spirito libero, piuttosto che vivere tutta la vita come una geisha agli ordini di Etienne, decide di assecondare il proprio estro creativo e liberare le donne da una moda che le incarcerava in busti e corsetti in luogo di abiti più comodi ed essenziali.

Disincantata e disillusa, invece di inseguire un impossibile amore, decide di non sposarsi e tuffarsi a capofitto nel lavoro.

La regista lascia sfilare frettolosamente e, solo sul finale, alcuni dei modelli che hanno reso celebre la stilista in tutto il mondo.

Tautou, eccede nelle mossettine, ma è a suo agio nel ruolo della dolce, ma battagliera Coco ed è sorretta da Poelvoorde in stato di grazia e da una spumeggiante Devos.

Candidato all’Oscar per Catherine Leterrier come migliori costumi. La frase: “Una donna che si taglia i capelli è una donna che sta per cambiare vita.”

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