Stati Uniti, 1937. Katie (Barbra Streisand), frequenta un college di New York e, in qualità di presidentessa dei giovani comunisti, manifesta contro i regimi totalitari europei e si batte affinché ogni giovane americano si dichiari contro la guerra.
Katie attira le attenzioni di Hubbel (Robert Redford), un brillante studente di buona famiglia e promettente scrittore.
Hubbel si arruola in marina e lei lo ospita a casa quando è in licenzia premio. I due s’innamorano, ma litigano spesso perché Katie, testarda e cocciuta, condisce ogni conversazione con dei riferimenti politici e finisce per litigare con gli amici borghesi di Hubbel.
I due si sposano e, anni dopo, Hubbel vende a Hollywood un suo romanzo e inizia a frequentare lo sfarzoso e luccicante mondo del cinema.
Katie è sempre al suo fianco e dà alla luce una bambina, ma è in prima linea nel difendere registi e sceneggiatori che simpatizzavano per la sinistra e sono stati messi al bando, quando furoreggia la “caccia alle streghe” del periodo maccartista. Hubbel, più disincantato e meno idealista di Katie.
Pur di ottenere successo e continuare a restare nel mondo dorato di Hollywood, è disposto a scendere a compromessi. Katie è sempre sulle barricate e i due, troppo diversi finiscono per separarsi….
Pollack (Non s’uccidono così anche i cavalli?, Corvo rosso non avrai il mio scalpo, I tre giorni del Condor, Il cavaliere elettrico, Tootsie, La mia Africa…) s’ispira ad un romanzo di Arthur Laurents e, in questo dramma romantico, narra quindici anni di storia americana dall’età di Roosevelt fino agli anni ’50.
Al centro della narrazione la tormentata storia d’amore dei due protagonisti; da un lato la battagliera Katie, che si nutre di passioni e ideali e sposa ogni battaglia civile, politica e libertaria; dall’altro Hubbel, un bel ragazzo disimpegnato, che ama la bella vita e non mette la politica al centro della sua esistenza
Per tutto il film Hubbel, attratto dall’energia di Katie prova invano ad addolcirla e l’ammonisce con un eloquente: “Tu non parli, dai lezioni.”
Lei non vuole sentire ragioni e non prova a limare un carattere fin troppo acceso e spigoloso. Hubbel l’ammira, ma non sopporta la sua incapacità di ironizzare e di prendere la vita meno sul serio.
Nel corso di un ennesimo faccia a faccia, stigmatizza: “Tu spingi troppo, senza un minuto di sosta”, Ma la frase che dà il senso a tutto il film è pronunciata nel finale.
Entrambi risposati, si incontrano anni dopo a New York. Lui è diventato un ricco autore televisivo e lei distribuisce volantini in strada e invita i cittadini a firmare contro la bomba atomica.
Non appena la vede, Hubbel non pronuncia un sincero e appassionato: “Ma tu non molli mai, eh?
Ma al di là delle scaramucce tra i due protagonisti, Pollack mescola la Storia, con la S maiuscola (fascismo, nazismo, la Seconda Guerra Mondiale, quella del Vietnam…) e quella con la s minuscola (la love-story dei due protagonisti) e sembra metterci di fronte a uno spinoso interrogativo: quale deve essere il nostro atteggiamento di fronte a degli avvenimenti storici di grande portata, che minacciano la libertà di uno o più individui (maccartismo)?
Dobbiamo coltivare il nostro privato, noncurante di quello che accade intorno o è giusto lottare per un mondo migliore?
Il regista americano non giudica il comportamento di Hubbel e, anche se strizza l’occhio all’impegno politico e civile di Katie, intelligentemente, la descrive come una “pasionaria” fin troppo imbevuta di fanatismo.
Pollack sceglie una regia senza fronzoli, ma scivola spesso nel sentimentale e avrebbe dovuto accorciare un film fin troppo verboso, che fu oggetto di censura in America, con il taglio di scene che sottolineavano le attività anticomuniste subite da registi e sceneggiatori ad Hollywood.
Barbra Streisand in nomination agli Oscar come migliore attrice, recita, come suo solito, sopra le righe. Fortuna che Redford con il suo stile misurato, riequilibra il tutto.
Due Oscar; alle musiche di Marvin Hamlisch e alla migliore canzone The way we were cantata dalla stessa Streisand. David di Donatello per la migliore attrice straniera a Barbra Streisand.
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