“Shining” di Stanley Kubrick: tutto quello che c’è da sapere…

24 Marzo 2024 | Di Ignazio Senatore

Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Stephen King nel 1977,  (autore di romanzi come Il miglio verde, Misery non deve morire, Stand by me e, Christine la macchina infernale) è il sesto film del regista americano.

Le riprese del film iniziarono nel maggio del 1978 e terminarono nell’aprile del 1979. In sala 22 dicembre 1980

IL CAST

Jack Nicholson fu la prima scelta di Kubrick. Robin Williams e Harrison Ford incontrarono la disapprovazione di King.

“Quando Kubrick mi disse che sarei stato il protagonista di Shining mi diede un suggerimento che non ho mai dimenticato: “Dovrai avere sempre gli occhi sbarrati per il tuo Torrance: pensa alla fotografia dell’arresto di Charles Manson dopo la strage di Sharon Tate.”

Ogni giorno mi arrivavano le pagine scritte da Kubrick sulle scene da girare e c’era sempre, a margine, il nome di Manson.

Rideva e mi bisbigliava: “Tu hai avuto un’infanzia infelice, ecco perché ti ho scelto. Ma ti ho scritturato perché sei un uomo apparentemente felice.”

Come è noto, Nicholson, per anni ha chiamato madre, la nonna e la madre, sorella.

Il regista sottopose i membri del cast ad un notevole sforzo fisico e psicologico. Shelley Duvall discuteva spesso sul set riguardo alle battute, subì un tale stress al punto da ammalarsi e iniziò a perdere i capelli. Nicholson voleva Jessica Lange

Il plagio di Kubrick

Una delle scene simbolo del film è quando Duval scopre che Nicholson, scrittore ormai impazzito, ha centinaia di volta trascritto sui fogli che sta battendo a macchina, la frase “Il mattino ha l’oro in bocca” mentre nella versione originale era “Solo lavoro e niente divertimento rendono Jack un ragazzo noioso”.

Ne “Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave “di Sergio Martino (1972), Luigi Pistilli interpreta Oliviero De Rouvigny, uno scrittore collerico e violento, in crisi professionale e affettiva. In rotta con Irene, la moglie allaccia una bollente relazione con la nipote Floriana (Edwige Fenech), che non disdegna le attenzioni di Irene.

Nel film, Oliviero, completamente divorato dalla follia, prima di essere ucciso da Irene, scrive infinite volte a macchina “Uccidere e murare in cantina”, frase che fa riferimento a un passaggio del film. Lo scrittore aveva infatti ucciso una donna e murato il suo cadavere in cantina. Liberamente ispirato al racconto Il gatto nero di Edgar Allan Poe.

E’ noto che esistono tre versioni del film: la versione originale da 146 minuti, la versione di 144 minuti disponibile al pubblico nordamericano e la versione internazionale da 119 minuti.

Il film, nel 1980, ebbe due candidature ai Razzie Awards 

Peggior regista (Stanley Kubrick)

Peggiore attrice (Shelley Duvall).

King definì la pellicola “fredda e distaccata” opposta all’opera originale. Il personaggio di Jack “completamente pazzo fin dalla prima scena”, mentre nel suo romanzo lo aveva pensato come un uomo forte, poi soggiogato da forze oscure Non apprezzò, inoltre, l’interpretazione della Duvall, dicendo che “si trova lì solo per strillare ed essere stupida”.

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