Angela (Judith Davis), urbanista, figlia di genitori maoisti che, raggiunta la mezza età, si sono imborghesiti, ha deciso di non mollare e di ridestare le coscienze sopite dei concittadini. Mette allora su un gruppo di autocoscienza al quale partecipano un banchiere insicuro, il preside di una scuola e altre scoppiate come lei. Si confrontano, discutono, dibattono per giungere alla conclusione che nessuno di loro (tranne la testarda Angela) ha delle certezze. Angela deciderà allora di riprendere i contatti con la madre che non vede da anni e….
Come recita il titolo del film, in questa commedia verbosa la regista (in veste anche di protagonista) prova a interrogarsi su cosa sia sopravvissuto del rivoluzionario “maggio francese”. L’amara considerazione è che quel vento di cambiamento è stato spazzato via dal qualunquismo e dall’egoismo dei singoli. Più che la nostalgia per un passato che non tornerà più, nella pellicola si respira rabbia e sconforto. I personaggi della vicenda sono però sfuocati e la Davis è troppo sopra le righe per ispirare tenerezza e simpatia.
Recensione pubblicata su Segnocinema N. 231 – settembre- ottobre 2021
Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.