Al regista Bruno Salvati (Kim Rossi Stuart), sposato con Anna (Lorenza Indovina), e padre di due adolescenti, gli diagnosticano un tumore emopoietico e gli comunicano che ha bisogno di un trapianto di cellule di midollo da un donatore. Ma i figli e il padre non sono compatibili e lui sprofonda nell’angoscia. Ma, forse, il destino busserà alla sua porta.
Strano il destino di questo film dell’ex sceneggiatore Francesco Bruni (Ferie d’agosto, La seconda volta, Ovosodo..), alla sua terza regia. Prima dell’emergenza COVID la pellicola doveva, infatti, intitolarsi “Andrà tutto bene”, (titolo rivelatore dell’happy end finale?), trasformato poi nell’anonimo e meno profetico “Cosa sarà” (senza punto interrogativo). Bruni inframmezza la narrazione con qualche flashback, inserisce qualche scena dai contorni onirici e, nonostante il tema, non cade nelle secche del bieco melodramma. Il vero punto è un altro; da dove nasce l’urgenza di un regista di raccontare, (seppur con qualche variante) una storia già vista troppe volte al cinema? Ovvero, dei segreti insondabili e imperscrutabili del cinema e della creatività.
Recensione pubblicata su Segnocinema N. 231 – settembre- ottobre 2021
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